https://www.enordest.it/2022/12/11/marocco-vs-francia-croazia-vs-argentina/
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Vanni Zagnoli
Ci sono le semifinaliste, dunque, al mondiale. Martedì alle 20 Argentina-Croazia, con gli argentini non così favoriti, soprattutto se arrivassero ai rigori la Croazia vanta 4 successi nelle 4 sfide affrontate dal dischetto, partendo da Russia 2018. Mercoledì, sempre alle 20, la favola Marocco, bella sì, la prima semifinalista mondiale nella storia africana, per la gioia del mondo arabo che si è stretto attorno ai rossoverdi come raramente accade, in genere prevalgono i nazionalismi, però è quasi solo gioco difensivo. Ha, certo, un grande portiere, Bounou, già miglior portiere in Spagna.
Ripartiamo, dunque, nella rivisitazione della settimana di ottavi e quarti di finale.
Il fascino del confronto diretto, con partite infinite, tra recuperi, pause supplementari e rigori. C’è chi ha vinto le grandi manifestazioni aggiudicandosi le sfide ai rigori per due volte, come l’Italia in semifinale e in finale degli Europei ultimi. La Croazia in questo senso è maestra, con quelle 4 qualificazioni dal dischetto che per ora l’hanno portata alla finale di 4 anni fa e alla semifinale adesso con l’Argentina.
Negli ottavi, dunque, la teorica distanza fra Olanda e Stati Uniti, in realtà doveva essere abbastanza contenuta, c’era il rischio di sorpresa, per quanto mostrato nel girone dagli orange. Che invece hanno sbloccato il match presto con Depay e hanno raddoppiato con Daley Blind, figlio d’arte, all’intervallo. Wright a un quarto d’ora dalla fine dà un pizzico di suspance ma 5’ dopo Dumfries restituisce serenità ai Paesi Bassi. Sul piano del gioco non c’è stata una grande differenza.
L’Australia non sembrava in grado di portare l’Argentina ai supplementari, ha solo avuto una palla gol nel finale, per riuscirci. Ha segnato Messi, alla 1000^ partita in nazionale, facendo scatenare naturalmente Daniele Adani, il raddoppio dopo un’ora di Alvarez, al 32’ st Goodwin calcia ed Enzo Fernandez devia in autogol.
Il 3-1 tra Francia e Polonia, con il gol del milanista Giroud, 36 anni, e la doppietta di Kylian Mbappè. Che compirà 24 anni a fine mese, vanta già 9 gol ai mondiali, può battere il record di reti iridate del tedesco Miro Klose (16), i 13 di Just Fontaine, per la Francia, già entro il mondiale del 2026. Klose disputò 4 mondiali, dal 2002 al 2014, nell’ultimo aveva 36 anni, Mbappè può reggere sino al 35 anni e mezzo, al 2034, con il metro di Messi e del calcio moderno. Vincesse il mondiale, sarebbe il naturale favorito per il Pallone d’oro. Dove finora ha un 7° posto (2017), il 4° nell’anno del titolo mondiale, dietro anche a Griezmann, il 6°, il 9° e di nuovo il 6° posto, certamente penalizzato dal Psg che non arriva mai in fondo alla Champions league.
Ha quell’abilità di calciare da sinistra, sul primo palo, velocissimo a raggiungere l’area e poi fulmina quasi da fermo, perfetto.
La delusione Polonia, ha una rosa di livello, con 11 giocatori del nostro calcio ma ha battuto solo l’Arabia Saudita, resistendo al Messico. Con la Francia ha avuto un buon momento solo a fine primo tempo, con la triplice occasione, nella ripresa ha costruito poco e solo allo scadere ha segnato, Lewandowski su rigore, grazie alla ripetizione.
Più facile delle aspettative il 3-0 dell’Inghilterra sul Senegal, con Henderson, Kane nel recupero del primo tempo e con Saka. Gli inglesi con una squadra di livello inferiori fanno valore organizzazione e tecnica, il Senegal sarebbe stato diverso se avesse disposto di Sadio Manè, l’attaccante è Liverpool, fra i migliori al mondo e infortunato prima della rassegna, con il Bayern Monaco.
Lunedì, le asiatiche non sono riuscite a sovvertire la tradizione. Giappone-Croazia ha premiato i croati ai rigori, sono a caccia del primo oro internazionale, anche per il calcio slavo, che vanta fra l’altro solo una finale agli Europei, Italia-Jugoslavia vinta dagli azzurri alla finale bis, a Roma, nel 1960. I nipponici avevano sbloccato il match con Maeda, il pari con Perisic al 10’ st, la superiorità croata non è stata così schiacciante ed è stata premiata ai rigori, con Livakovic che ne para 3 su 4.
Per il Brasile con la Corea del Sud è stato facile, 4-1, gli asiatici erano stati miracolosi nell’eliminare l’Uruguay ma obiettivamente non avevano speranze, al contrario del Giappone che effettivamente aveva il potenziale per raggiungere i rigori e che mai ha raggiunto i quarti. Per entrambe le nazionali asiatiche, la bassa statura è compensata dalla velocità.
Resta la bella continuità della Corea del Sud, è arrivata agli ottavi nella 10^ presenza di fila ai mondiali. Escluse europee e sudamericane, è la prima nazionale a riuscirci a inanellare quella serie di qualificazioni alle fasi finali dei campionati del mondo, il simbolo di un’Asia operosa e anche di talento, al di là dei tre gol rimediati dal Brasile, a bersaglio con Vinicius, con il rigore di Neymar, con Richarlison e con l’ex milanista Paquetà, mentre Palk Seung-ho a un quarto d’ora dalla fine regala dignità alla Corea.
Marocco-Spagna finisce 0-0 e ai rigori il mondo arabo raggiunge quarti di finale storici. L’Algeria, l’Arabia Saudita, il Kuwait, il Qatar mai li hanno sfiorati. L’Egitto neanche, la Tunisia, la Libia sono altre nazionali che hanno avuto storia, almeno a livello di coppa d’Africa. Il Marocco ha centrato l’obiettivo con la sua difesa a oltranza, concedendo pochissimo al tikitaka spagnolo.
Di Luis Enrique colpisce la varietà dialettica. In bicicletta fa commuovere ricordando la figlia Xana, che avrebbe compiuto 13 anni ed è morta a 9 e per quello l’ex allenatore della Roma si prese una pausa da ct della Spagna. In conferenza stampa prima dell’ultima gara degli ottavi parlava così: “Sesso prima delle partite sì, basta che non sia orgie”. Parole sorprendenti, in certi contesti.
Alla fine Luis Enrique è stato esonerato, è uscito ai rigori con l’Italia in semifinale degli Europei e con il Marocco negli ottavi mondiali. Meglio l’anno scorso di questa volta ma non super. Resta un personaggio, anche con le dirette sui social, come gioco la Spagna può fare meglio, comunque dopo Vicente del Bosque non ha avuto grande fortuna, è al sesto cambio in 6 anni, Luis de la Fuente è stato convincente con l’under 21 con l’Europeo vinto in Italia nel 2019, con la finale a Udine, sulla Germania.
La Svizzera aveva eliminato la Francia, all’Europeo, ai rigori, negli ottavi ci provava anche con il Portogallo, aveva speranze di raggiungerli. Le manca giusto una semifinale, fra Europei, mondiali e olimpiadi. Fosse arrivata ai quarti, avrebbe imitato la Svezia che eliminò l’Italia dal mondiale di Russia e poi appunto passò anche gli ottavi.
Con il Portogallo invece gli elvetici hanno perso 6-1, con tripletta di Gonçalo Ramos, preferito a Ronaldo che non aveva gradito una sostituzione, gol di Lima Ferreira, di Rafa Guerriero e di Leao, solo sul 4-0 è arrivato il gol di Akanji.
Gli ottavi, dunque, sono andati secondo pronostico, al di là dei rigori del Giappone, nei turni a eliminazione diretta si è vista la differenza tra le sorprese e le nazionali di secondo piano. Con quell’unica, clamorosa eccezione, ovvero il Marocco. Per gli appassionati di calcio ci sono poi stati due giorni senza partite, dopo i 16 con almeno due gare e in tanti hanno avvertito l’astinenza da mondiali.
I quarti, allora, con le sorprese Croazia e Marocco.
I croati rappresentavano un discreto ostacolo per i carioca, che costruiscono non abbastanza per sbloccare il match nei tempi regolamentari, contro i brasiliani d’Europa. Alla fine del primo tempo supplementare una bella combinazione porta al vantaggio di Neymar. Sembra fatta ma un contropiede perfetto avviato anche da Modric porta al pareggio, di Petkovic, con deviazione di Marquinos. Bruno Petkovic che solo nel Trapani di Serse Cosmi vicino a una storica serie A realizzò abbastanza.
La sequenza dei rigori: Vlasic gol, Rodrygo parato; Majer gol, Casemiro parato; Modric e Pedro gol; Orsic gol, Marquinos parato.
Si conferma il vantaggio di calciare per primi, ai rigori. Se si segna, chi insegue non può mai sbagliare. Rodrigo si fa parare il primo, Marquinhos calcia sul palo il quarto. La Croazia passò ai rigori gli ottavi con la Danimarca e i quarti con la Russia, negli scorsi mondiali, adesso Livakovic aveva parato 3 rigori al Giappone e questo a Rodrigo.
Il Brasile resta la squadra più forte e di tradizione, dal 2006 non è mai sul podio. A Germania 2006 uscì con la Francia con gol di Henry e un errore di Roberto Carlos. Nel 2010 sempre ai quarti con l’Olanda, gol di Robinho subito, doppietta di Snejider a metà ripresa e al 28’ st Felipe Melo si fa espellere. Nel 2014, in casa, l’1-7 con la Germania in semifinale e poi la sconfitta sempre con l’Olanda per il 3° posto. In Russia l’uscita con il Belgio, avanti 2-0 sino a un quarto d’ora dalla fine. Neymar non ha ancora 31 anni, potrebbe provare a resistere per il suo quarto mondiale. Neanche stavolta è arrivato in fondo.
Questo mondiale dovrebbe essere l’ultima recita in una grande manifestazione per Luka Modric, pallone d’oro unico, fra i grandi del millennio, pallone d’oro 4 anni fa nonostante la netta vittoria della Francia in finale.
Argentina-Olanda finisce 6-5 ai rigori, dopo il 2-2 dei regolamentari, rocambolesco. Non è la rivincita della finale del ’78, con l’arbitraggio dell’astigiano Sergio Gonella, scomparso nel 2018, che contribuì alla vittoria dei sudamericani facendo felice il regime di Jorge Rafael Videla.
L’Argentina è la più tifata dagli italiani, nettamente, secondo sondaggi, per la vicinanza culturale con il nostro Paese.
Dunque il vantaggio è di Molina, ex Udinese, passato all’Atletico Madrid, su passaggio filtrante alla cieca di Leo Messi. Il raddoppio su rigore, di Messi, procurato da un dribbling di Acuna. Louis van Gaal inserisce Weghorst, 1,97 che realizza una doppietta. Il pari arriva al 101’, ma dei tempi regolamentari, punizione, l’atalantino Koopmeiners anzichè calciare serve in area e il tocco dell’attaccante che gioca in Turchia è perfetto. Ai supplementari il palo di Enzo Fernandez da fuori per l’Argentina e un paio di parate di Noppert, ex portiere del Foggia in serie B.
Finì ai rigori anche nel 2014, in semifinale. La sequenza di allora:
Vlaar parato (da Romero), Messi gol; Robben e Garay gol, Sneijder parato, Agüero gol; Kuyt e Maxi Rodriguez gol.
La sequenza di venerdì: Van Dijk parato da Emiliano Martinez, Messi gol; Berghuis parato, Paredes gol; Koopmeiners e Montiel gol; Weghorst gol, Fernandez fuori; L. de Jong e Lautaro gol. Daley Blind e Messi erano gli unici in campo in Brasile 2014.
Il terzo quarto porta la sorpresa del Marocco, con la rete di En-Nesyri al 42’ su uscita sbagliata di Diogo Costa e due parate di Bounou.
Il Marocco è dunque la prima africana semifinalista, gioca discretamente sullo 0-0 poi si limita a difendere con tre centrali alti di statura e il Portogallo nell’ultimo quarto d’ora lancia dalla metà campo, senza mai arrivare sul fondo, favorendo così la difesa a oltranza, a evitare i tempi supplementari.
Le altre 3 africane che raggiunsero i quarti erano piaciute di più, come gioco, rispetto al Marocco. L’Inghilterra superò il Camerun a Italia ’90 ai rigori. Nel 2002 in Corea il Senegal perse 1-0 ai supplementari con la Turchia. Nel 2010 il Ghana uscì ai rigori con l’Uruguay. Ieri il Marocco ha superato il Portogallo dei tanti talenti degli ultimi 30 anni, espressione di una nazione di appena 10 milioni e 300mila abitanti.
I marocchini sono 37 milioni ma milioni di altri sono sparsi per il mondo. Nel palmares hanno solo una coppa d’Africa, nel ’76, l’argento del 2004 e il bronzo dell’80. Si sono aggiudicati nelle ultime due edizioni il campionato delle nazioni africane, manifestazione alternativa iniziata nel 2009, e la coppa araba del 2012. Adesso hanno l’ex interista Hakimi, Amrabat della Fiorentina, Cheddira subentrato e poi espulso, del Bari, e il talento di Ziyech che piace al Milan. Straordinaria la compattezza garantita dal ct Regragui.
Da (Enordest.it)