Enordest.it. Le prime due medaglie Ganna argento e Samele bronzo

(ilfattoquotidiano.it)

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Vanni Zagnoli

Primo giorno di gare e medaglie a Parigi 2024. 

Top Ganna, allora, non ha fallito. Secondo, dietro soltanto al formidabile Remco Evenepoel, il belga campione del mondo su strada in Australia nel 2022 e poi iridato a cronometro l’anno scorso, a Glasgow.

Il piemontese arriva a 14”92 dall’oro e ha dieci secondi sull’altro belga, Van Aert, bronzo.

La pioggia favorisce Evenepoel, Ganna sbanda pericolosamente sulle transenne, evita la caduta, neanche senza quell’incertezza avrebbe comunque vinto. Evenepoel ce la fa nonostante e forse proprio perchè viene da un Tour da protagonista. Al secondo intermedio Van Aert riesce a scavalcare l’azzurro di quattro secondi mentre Evenepoel tocca punte di quasi 62 km orari: il vantaggio nei confronti del connazionale è di 12 secondi. Il campione italiano resta un mago delle rimonte, recuperare 16 secondi a Evenepoel è impossibile. Già è stato miracoloso strapparne 22 a Van Aert.

Il percorso è insidioso, fra sampietrini, strisce pedonali pericolose e dossi. Il britannico Tarling è a 2″ dal podio per una foratura, diversamente sarebbe arrivato probabilmente secondo.

Alberto Bettiol è 18°, comunque è stato competitivo.

A caldo, Ganna non è appagato dall’argento. “Non è quello che volevo, anche se mi ha battuto un fuoriclasse, ho provato a dare il mio massimo. Con la pioggia non sono un drago, nelle curve non sono stato perfetto. Comunque siamo vicini, ho preso neanche mezzo secondo al chilometro: a Zurigo al mondiale ci sarà la sfida diretta”.

E’ la sua prima medaglia olimpica su strada. “Sono presente anche per la squadra. C’è un po’ di rabbia, speravo in altro. Ora torno tre giorni a Montichiari per la prova a squadre”.

Ganna ha 28 anni, può reggere sino a Los Angeles 2028, almeno. Ha vissuto a Vignone, prima di trasferirsi ad Ascona, sulle rive svizzere del lago Maggiore. Suo padre Marco è stato olimpico nella canoa a Los Angeles 1984. La madre, Daniela Trisconi, è di Omegna. A 19 anni, è campione del mondo dell’inseguimento su pista, primo italiano a riuscirci dopo Francesco Moser, ma all’epoca il trentino aveva 25 anni, nel 1976. Un mese più tardi conquista la Parigi-Roubaix giovanile e ottiene un contratto da stagista con la Lampre-Merida. Su pista, vanta 7 ori iridati e altre 6 medaglie. 

Nel 2020 è campione del mondo a cronometro, a Imola, si ripete l’anno dopo a Bruges davanti a Van Aert e Evenepoel, lo stesso podio di questo sabato. Ha stile, potenza e studio maniacale dei dettagli e dei materiali, con le sue Pinarello.

A Tokyo è 5° nella cronometro, a 2” dal podio, campione olimpico nel quartetto in pista, con Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan. Ci riproveranno qui. Nell’ottobre 2022, a Grenchen, Svizzera, sgretola il record dell’ora, con 56,792 km. Nel 2023 è secondo alla Milano-Sanremo, sesto alla Roubaix. Un anno fa al mondiale a cronometro fu secondo, dietro sempre Remco Evenepoel. A omaggiarlo c’è stato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sempre più coinvolto dal presidente del Coni Malagò.

Al femminile, discreto 8° posto per Elisa Longo Borghini, regina del giro d’Italia, neanche lei è specialista del bagnato. 

La scherma non tradisce e Gigi Samele va in finale per il bronzo, nella sciabola. Negli ottavi batte Andrea Curatoli in rimonta, nei quarti ha la meglio su un egiziano ma perde in semifinale con Oh, coreano, per 15-5. Michele Gallo era uscito al primo turno, con un cinese.

Nella spada escono ai 16esimi alla stoccata supplementare Giulia Rizzi e Rossella Fiamingo, la fidanzata di Paltrinieri. Stessa sorte, ma ai quarti per Alberta Santuccio, a lungo avanti sulla estone Differt, considerato l’argento mondiale c’erano speranze di podio. Mentre proprio negi ultimi secondi Samele ha conquistato il bronzo battendo l’egiziano per 15 – 12 Elsissy.

Noi pensiamo che il quarto posto non sia da irridere, con la famosa medaglia di legno, il migliore dei battuti, ma un grande piazzamento. La pensa così, a caldo, pur commossa, Chiara Pellacani, che con Elena Bertocchi è a 9 punti dal podio, neanche pochi. E’ il sincro dai tre metri, l’oro va alla Cina, l’argento agli Stati Uniti e il bronzo alla Gran Bretagna. Purtroppo un errore di Chiara costa una penalizzazione dai giudici e il podio sfuma nell’ultimo tuffo, in cui non riescono ad approfittare di un’incertezza dell’Australia.

Siamo lontani dalle medaglie, nel judo. Andrea Carlino nei 60 chili va a un passo dall’ingresso fra i migliori 8. Esce con l’argento olimpico di Tokyo (e mondiale) Yang Yung Wei. Carlino è perfetto, con Waza-ari per o soto gari a metà incontro, e soprattutto un’uscita dall’immobilizzazione alla quale il cinese di Taipei lo aveva costretto a meno di un minuto dal gong. Al golden score emerge la maggior esperienza e prontezza fisica di Yang, che ha chiuso con un altro Waza-ari interrompendo la corsa dell’azzurro. A noi piacciono proprio anche i piazzamenti, in questo senso il 7° di Assunta Scutto è dignitoso, il problema è che si sperava nell’oro, visto che è numero 1 del ranking. Susi nei 48 kg si ferma ai quarti, contro la 18enne svedese Tara Babelfath, che in carriera vanta già un argento e due bronzi mondiali. La judoka cresciuta nella palestra dei Maddaloni a Scampia ha sofferto fin dalle prime battute. Waza-ari per ko, uchi gari dopo un minuto e mezzo a mettere subito in salita il confronto, poi l’Ippon per immobilizzazione a una manciata di secondi dallo scadere, con qualche recriminazione per l’arbitraggio.

Nel ripescaggio per la finale per il bronzo prevale la francese Boukli, testa di serie numero 5, le basta un Waza-ari di tai-otoshi. 

Il volley inizia molto meglio di quanto immaginavamo, con il 3-1 al Brasile: 25-23, 27-25, 18-25, 25-21; 20 punti di Romanò, imprendibile nei momenti chiave, molto più rivale Darlan, che sparacchia una palla chiave, nel quarto parziale. Il primo parziale vede gli azzurri indietro e poi rimontare, nel secondo siamo avanti, il Brasile rinviene, l’Italia annulla un setpoint ma resiste. Segue un certo rilassamento e poi la chiusura, senza tiebreak. 

Giannelli arma alla perfezione l’attacco, con 13 punti per Michieletto e 12 per Lavia, il muro eccelle, con 4 di Lavia, 3 di Galassi e Russo. Con questo successo la qualificazione ai quarti è praticamente certa, con il secondo posto, dovesse andare male con la Polonia.

Nella canoa slalom Raffaello Ivaldi passa in semifinale, nel kayak slalom Stefanie Horn è in finale con il 7° tempo.

Nel canottaggio, quattro di coppia in finale con il secondo tempo, con Luca Rambaldi, Andrea Panizza, Luca Chiumento e Giacomo Gentili.

Nel tennis, passa in due set Jasmine Paolini contro la romena Bogdan, che aveva iniziato meglio, ma ci saremmo stupiti se fosse uscita.

Resta negli occhi lo sfarzo della cerimonia di apertura, durata la bellezza di 4 ore. A noi è piaciuta, non mancano le critiche, alla sfilata in corteo di barche con le delegazioni dei 203 paesi.

E’ stata una Francia un po’ Monna Lisa e un po’ Lady Gaga, che vive la storia e scorre la vita, sull’acqua della Senna, con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, che alla fine ha dichiarato aperti i Giochi olimpici di Parigi. La torcia è passata fra le mani di Zinedine Zidane, Rafael Nadal, Serena Williams, Carl Lewis e Nadia Comăneci. E’ stata la prima cerimonia en plein air della storia a cinque cerchi, fra lo spettacolo e l’inedita sfilata sulle 85 barche: l’Italia era con Israele. Un po’ kitsch e un po’ fantastica.

I Gojira sono stati introdotti e presentati da una ballerina travestita da Maria Antonietta con la testa mozzata, ultima regina dell’ancien régime francese, decapitata con la ghigliottina nel 1793: dopo, mentre i Gojira cantavano e suonavano, le finestre della Conciergerie si sono illuminate di rosso e sono comparse decine di altre ballerine vestite da Maria Antonietta.

Un gruppo di drag queen e ballerine si è esibito in uno sgargiante riadattamento parodico dell’Ultima cena di Gesù con gli Apostoli prima della sua crocifissione, rivisitazione Lgbt che scandalizza molti cattolici e tradizionalisti. 

In effetti, che senso ha trasformare ogni evento planetario in un gay pride? I vescovi francesi: “Siamo feriti, lo sport deve unire. Anche i membri di altre fedi religiose che ci hanno espresso la loro solidarietà”. 

E in fondo è un modo per far parlare di olimpiadi ancora di più.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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