Enordest.it. Bagnaia il campione e una fidanzata col nonno juventino

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Vanni Zagnoli

Aspettando sempre la Ferrari, celebriamo il secondo titolo di fila nella motogp. 

Ci sono rosse e rosse, dunque. F1 e la classe regina delle moto si sono chiuse nello stesso giorno, Leclerc è 5°, dietro anche all’ex Alonso, come numero di podi, Carlos Sainz 7°, appena peraltro 6 punti più giù.

Francesco Bagnaia, invece, trionfa. Ha condotto per l’intera stagione, escluso per due gran premi, alla terza e quarta gara.

Il Mondiale non è arrivato di sabato, come avrebbe voluto, perchè lo spagnolo Jorge Martin ha vinto e lui è arrivato quinto ma domenica, quando Martin è crollato franando addosso a Marquez. Era il primo terzo di gara, aveva perso posizioni con un errore simile a quello di Bagnaia nel finale del penultimo gran premio, ovviamente avrebbe dovuto vincere e sperare che il centauro piemontese finisse oltre la sesta posizione. Serviva una combinazione impossibile, Martin era in ottava piazza e Bagnaia al comando. Martin è caduto, ha pianto ai box e alla fine si è consolato con i tecnici della Pramac.

Questa era una parte dell’introduzione di Guido Meda, la voce del motociclismo, su Sky, con la telecamera a Chivasso. Un maxischermo era a Pesaro, dove vive Bagnaia, e un altro a Borgo Panigale, sede della Ducati.

Quest’altra sequenza evidenzia il linguaggio molto particolare di Meda e il dialogo con la voce tecnica, Mauro Sanchini.

E poi l’ultimo giro, sempre nel racconto della voce più amata dagli appassionati di motociclismo.

Ritorniamo a Bagnaia, timido, passato dalla città dell’automobile (Chivasso, hinterland torinese) a Pesaro, dalle parti del maestro Valentino Rossi. 

Ha controllato le difficoltà, evitato la paura di vincere e non solo. Perchè a Barcellona aveva rischiato di perdere molto di più di un mondiale. Eppure una settimana più tardi, a Misano Adriatico, era già sul podio, nonostante con una gamba faticasse a camminare.

Rammentiamo che da quest’anno la gara sprint race è prevista il giorno prima, dunque il mondiale è come raddoppiato, non si tratta più di semplici prove nei giorni precedenti ma di gare di un quarto d’ora ciascuna. Chi vince ha 12 punti, contro i 30 della gara vera.

Bagnaia ha fatto doppietta in Portogallo, al Mugello e in Austria, da metà stagione ha dovuto guardarsi da Jorge Martin, che dopo il gp del Giappone era arrivato molto vicino. 

In Indonesia è emersa la lucidità di Francesco Bagnaia, per tutti Pecco.

“Doveva essere la stagione del grande duello interno – scrive Daniele Sparisci, su Il Corriere della Sera -, della sfida interna con Bastianini, del dream team. Il Bestia si è infortunato alla prima uscita in rosso, poi è stato un lungo calvario che la vittoria in Malesia ha reso meno doloroso. Pecco si è coccolato il suo sogno, l’ha difeso dal clan spagnolo di Martin, da tutto. Bicampione come solo Vale e Marquez erano riusciti nella recente storia della motogp. Libero dallo stress, dai pensieri, con la testa già proiettata alla stagione successiva nella quale dovrà battersi anche contro Marquez, sbarcato sul pianeta Ducati nel team Gresini con l’obiettivo di tornare a vincere”. 

Bagnaia è molto affezionato a Domizia Castagnini, compagna con anello al dito, in attesa della fede nuziale, amica da sempre e presto moglie. «Io cerco sempre di circondarmi di persone che mi fanno del bene e che mi vogliono bene – spiegava Pecco -, sono fortunato ad averle. Parlo con la squadra e la famiglia, soprattutto dopo la caduta di Barcellona. Con mia sorella Carola, con Valentino Rossi e con Domizia, che quando non riesco a dare il massimo mi cazzia”. 

“Domizia – scrive Guendalina Galdi, su Corriere.it – si è diplomata al liceo linguistico, si è laureata allo Ied, ha conseguito un master all’istituto Marangoni di Milano e poi si è iniziata ad affacciare nel mondo della moda, la famiglia possiede alcuni negozi di abbigliamento, sino a diventare fashion buyer. Il nonno era Gianfranco Leoncini, vincitore di 3 scudetti (nel 1960, 1961 e 1967) e altrettante Coppa Italia nella Juventus”.

La festa è della Ducati. 

“Un anno fa – sottolinea Claudio Domenicali, ceo della casa di Borgo Panigale, che si aggiudicò il primo mondiale nel 2007, con l’australiano Casey Stoner – con i tifosi di tutto il mondo abbiamo festeggiato i titoli motogp e worldsbk, facendoci travolgere dalla gioia e dall’entusiasmo. Questa è la vittoria della consapevolezza, siamo noi in questo momento i migliori al mondo nel fare le corse”. 

La festa sarà il 15 dicembre a Bologna.

“Pecco ha disputato una stagione incredibile – prosegue Domenicali – e in questa giornata riscrive nuovamente la nostra storia, diventando il primo pilota Ducati due volte campione del mondo in motogp. Complimenti anche a Jorge per aver infiammato il duello per la conquista del titolo fino all’ultima gara e a Bezzecchi, a lungo parte della sfida iridata. Il podio della classifica generale premia tre piloti Ducati, è la più grande ed evidente dimostrazione della nostra supremazia nella massima competizione su due ruote. Confermarsi a questi livelli dopo la fantastica stagione 2022 era una sfida complessa, che abbiamo accolto con passione e orgoglio. Abbiamo ai titoli mondiali motogp e superbike aggiungiamo quello di Supersport.

Su La Stampa, il commento al mondiale è firmato da Loris Capirossi, 50 anni, due mondiali nella 125 e uno nella 250.

“In questa stagione – sottolinea – ho trovato Bagnaia maturato, con più esperienza e a Valencia si è assolutamente meritato questo campionato. Nel momento fondamentale, è stato bravissimo: è partito davanti a tutti, ha attaccato, ha anche saputo aspettare. Jorge Martin è caduto, come molti altri piloti, ma io sono convinto che avrebbe fatto sua quella gara anche se fossero stati tutti in pista.

Riconfermarsi campione non è mai facile e questo aspetto dа ancora più valore a quello che è riuscito a fare. Si parla dell’arrivo di Marc Marquez in Ducati il prossimo anno, ma io dico che Bagnaia non deve pensare agli altri piloti. Mi colpiscono umiltà e gentilezza, potrà vincere ancora moltissimo”.

E’ il 21° titolo mondiale di un italiano nella classe regina, che si chiamava 500. 

Il primo campione fu Umberto Masetti, nel 1950 e nel 1952, in Gilera quattro cilindri. Modenese, classe 1926, scomparve a 80 anni, nel 2006. 

Nel 1957, Libero Liberati vinse sempre su Gilera. Era di Terni, gli sarebbe stato dedicato lo stadio. Morì in allenamento, nel 1962, a 36 anni.

Il mito è naturalmente Giacomo Agostini, 15 titoli mondiali, otto dei quali in 500, sette consecutivi con la Mv Agusta (dal ’66 al ’72), l’ultimo nel 1975, in sella alla Yamaha. Il bresciano guida pulito e cadeva raramente, si ritirò nel ’77, a 35 anni, oggi ne ha 81 anni e fa ancora il commentatore era stato poi direttore sportivo e tecnico.

Marco Lucchinelli fu campione del mondo nel 1981. Spezzino, 69 anni, si era già avvicinato al titolo nell’80, trionfò con la Suzuki Rgv 500 privata dal team Gallina, vincendo 5 gare su 14. Lasciò presto, come tanti, all’epoca, nel 1988 e 1989 corse in superbike con la Ducati. E’ commentatore Sky.

Uncini si aggiudicò il titolo nel 1982, davanti a Barry Sheene e a Kenny Roberts. Tecnico e preciso, negli ingressi in curva l’anno successivo in Olanda cade e viene centrato da un inconsapevole Wayne Gardner. Rischia la vita ritorna, ma si ritira a soli 30 anni.

Di Valentino Rossi si sa quasi tutto. Vince in 500 nel 2001, a 22 anni.  Velocissimo tra i cordoli, concentratissimo ai box, unico fuori dalla pista. Il campionato del mondo diventa motogp, il pesarese ne vince altri due, con la Honda, e altri due ancora, con la Yamaha, sempre di fila. Gli ultimi titoli iridati furono nel 2008 e nel 2009.

Re dei podi mondiali fu Massimiliano Biaggi, per tre volte secondo e per tre terzo, pagò proprio l’ascesa di Valentino. 

Senza controllare tutte le classifiche di ogni tempo, secondo fu anche il parmense Virginio Ferrari, nel 1979. Andrea Dovizioso fu terzo, poi tre volte secondo, nello scorso decennio, si è ritirato la scorsa stagione. Bagnaia veniva dal secondo posto nel 2021, resta un personaggio molto normale, lontano dalla spregiudicatezza in pista e fuori di tanti talenti delle due ruote. A noi piace proprio per questo.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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