Devo molto ad Andrea Rizzi, caporedattore di Dailybasket. Suggerito dal direttore Luca Corsolini, che leggevo sul Gazzettino del Nordest quando debuttai, nel ’95, e poi rividi come capufficio stampa del Bologna, ha apprezzato il mio curriculum e mi farà scrivere in libertà, quando ci sarà occasione. Questo è un mio manifesto per la pallacanestro, ricordando la crescita con Superbasket e le metafore di Aldo Giordani.
http://www.dailybasket.it/altre-news/varie/di-tutto-un-po-di-vanni-zagnoli/
Vanni Zagnoli con la moglie Silvia Gilioli
I nostri lettori più appassionati lo sanno, quelli più recenti lo stanno imparando: DailyBasket non lascia, anzi raddoppia, anche d’estate: ed ecco che sulle nostre pagine esordisce una nuova rubrica, “Di tutto un po’”, di Vanni Zagnoli (chi non lo conosce può trovare un suo breve profilo a fondo pagina). Vanni, memoria storica della pallacanestro internazionale e soprattutto italiana, ci farà viaggiare nel tempo e nello spazio senza tralasciare temi d’attualità e argomenti di ampio spettro sconfinando anche negli altri sport. A cui il basket, spesso, ha da insegnare.
Viva il basket, sempre. Viva gli sport olimpici. Detto da un giornalista freelance di provincia (Reggio Emilia) che si occupa di mille cose in full immersion ma soprattutto di calcio. E non per scelta, perché il calcio è richiesto dalle redazioni e perché sulla pallacanestro ci sono firme storiche e specialisti.
Viva il basket, dunque, e viva questo sito e la relativa rivista. Vista di recente, per caso, al PalaBigi per Reggio Emilia-Siena, un magazine spettacolare con una tecnica che uso spesso anch’io, ovvero l’articolo a firma del personaggio. Così ho letto i racconti, a maggio, di Alessandro Dalla Salda ad della Pallacanestro Reggiana e del coach Renato Pasquali dalla Cina, ma tanti altri spunti. Complimenti al direttore Luca Corsolini, alla sua squadra di specialisti. Ho assaporato anche DailyBasket, splendido. Soprattutto l’amarcord, i personaggi del passato che a me piacciono tanto. Quando ero ragazzino sapevo tutto e capivo anche di basket, adesso sono specializzato in storie. Leggere di Jack Sikma, per esempio, è stata un’emozione. Del resto, uno o scrive e insomma lavora o fa l’appassionato di basket.
Lavoro dal ’90 a ritmi vorticosi e mi sono appassionato alla professione con la lettura dei quotidiani sportivi, seguendo lo sport in tv, ma soprattutto abbonandomi a Superbasket. Reggio Emilia, metà anni ’80, liceo scientifico Lazzaro Spallanzani, dai 15 anni e mezzo perdo la voglia di studiare, invece studio sport e giornali. Sono abbonato alle Cantine Riunite, dietro la panchina di Piero Pasini, il topone del nostro basket, ora appassionato di golf, poi rivisto a Parma, persino in tribuna stampa, allo stadio Tardini.
Ebbene, passo i pomeriggi a studiare SB. Kukkozia, sparakkazia, i finitimi. Le teorie del compianto Aldo Giordani erano seducenti. L’arbitro residente vicino alla squadra la favorisce, ipotesi suggestiva ma fondata. Ecco, adoravo quel linguaggio, lontano dal mio, così razionale, composto, banale. Senza emozione. Quell’SB emozionava. Quei personaggi sono rimasti nella mia memoria: Arnaldo Taurisano e Riccardo Sales, il compianto Barone, Giancarlo Primo, pure scomparso, ma mille articolisti. Era il basket di Valerio Bianchini e Dan Peterson, io sto con il Vate tutta la vita. Mi è capitato di intervistarlo una volta, l’anno scorso, per Libero. Dan mi ha fatto due interviste in carriera, poi gli chiesi aiuto per arrivare a intervistare Mike D’Antoni e da allora il rapporto si è guastato. “Scusi, ma cosa vuole lei da me?”. “Diventare un suo interlocutore privilegiato, poche volte l’anno quando ho occasione per quotidiani regionali e nazionali”.
Ma questa è una parentesi. Che nostalgia di quel Superbasket. Da Sky ho saputo che ci scrivevano anche Umberto Zapelloni, da un decennio vicedirettore alla Gazzetta dello Sport, e Sandro Sabatini. Sandro è di Montecatini, sarà cresciuto con la Panapesca. Era un basket diverso, un giornalismo differente. Da anni sogno di intervistare per stampa nazionale Charlie Recalcati, 52 anni di basket senza respiro. Magari lo farò di persona, davanti a un pubblico, se riesco. Il binomio sport e ricordi e sentimenti per me è vita. Da 24 anni ho il sogno di debuttare su Superbasket, e forse non lo farò mai, ma mi onoro di debuttare su DB.
Detto da uno che a 11 anni vide da vicino Rudy Hackett e Roosevelt Bouie, alla palestra Emilio Rinaldini di via Kennedy, a Pieve Modolena. E’ la periferia di Reggio Emilia, era l’82, avevo 11 anni e vivevo per lo sport. Erano i primi stranieri nella storia biancorossa. Vengono i brividi. Ho visto mille partite, forse, al PalaBigi, magari distrattamente, di corsa, producendo resoconti in tempo reale, con colleghi, amici. Ma il basket è tanto. E per fortuna c’è.
Viva il basket, le sue storie e i personaggi veri. Presto vi racconterò i miei campioni preferiti di Reggio Emilia e non solo. Chiudo come Flavio Tranquillo: un saluto e un ringraziamento, da Vanni Zagnoli, con Silvia Gilioli. Mia moglie. Che condivide, in maniera tiepida, la mia passione per sport e giornalismo.
Viva noi, mi scrive sempre Gian Paolo Ormezzano. Già, viva voi della palla a spicchi. Io sono un intruso ma sono pazzo per il basket, il giornalismo. E’ la mia vita.
VANNI ZAGNOLI
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Chi è Vanni Zagnoli
Vanni Zagnoli tempesta di proposte Panorama, Famiglia Cristiana e Oggi, finisce per dividersi tra Libero, Giornale, Avvenire e quotidiani regionali.
Adora il non calcio e ogni volta che fa un’intervista di sport olimpici esulta molto più che per una schiacchiata di James White. E la dedica alla moglie Silvia, impiegata contabile e poi segretaria della sua redazione, a casa.
Detesta i potenti e la squadre famose. Vive perchè Davide batta Golia.