Arrivato a Reggio con la fama del grande campione, dopo mesi di calvario dovuti a due infortuni con conseguenti interventi chirurgici, Darjus Lavrinovic racconta passato, presente e futuro della sua esperienza in biancorosso, un’avventura che parte da agosto ma che solo ora può dirsi davvero iniziata.
Darjus, finalmente domenica debutterai al PalaBigi davanti ai tifosi reggiani. Sei emozionato?
Non lo nego, sebbene possa considerarmi un giocatore esperto, sarà per me una grande emozione entrare per la prima volta al Bigi da protagonista, con tutta la mia famiglia in tribuna.
Un passo indietro sull’incontro di Milano, che sensazioni hai avuto?
Grande delusione per la prestazione della squadra e anche per quella personale. Ma ragionando con lucidità, erano quasi sei mesi che non giocavo una gara ufficiale e solo ora sto iniziando a riprendere un minimo di ritmo partita. Chiedo a tutti di avere un po’ di pazienza con me, la condizione non arriva in pochi giorni, però sto bene, non ho più dolore e quindi sono sempre più ottimista.
Sei arrivato a Reggio dopo un Mondiale da protagonista, poi prima l’infortunio al dito e successivamente quello alla schiena. Cosa hai provato?
Ero molto arrabbiato. So che nello sport gli infortuni possono accadere, fa parte del gioco, ma ero distrutto psicologicamente, perché sapevo di non poter aiutare i miei compagni e ripagare la fiducia del Club che ha creduto in me. Il primo pensiero, però, è stato quello di concentrarmi sulla riabilitazione.
Due operazioni in pochi mesi sono quasi un record. Hai mai avuto paura di non tornare?
Mai. Anzi, ero motivato al massimo per rientrare in gruppo il prima possibile, per poter dare il mio contributo alla causa. Ci tengo inoltre a ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, a partire dalla mia famiglia, al Club e ai compagni che mi hanno sostenuto. Un ringraziamento speciale allo staff medico, al preparatore Tibiletti ed al fisioterapista Stanzani.
Però proprio grazie ai tuoi infortuni il tuo gemello Ksistof è approdato a Reggio. È stata maggiore la felicità per averlo accanto in un momento così delicato per te, oppure la frustrazione per non essere riuscito a recuperare in tempo per giocare insieme a lui?
Sicuramente la seconda opzione. Avremmo formato una grande coppia insieme. Vi confido che Ksistof a Reggio stava davvero bene, ma l’offerta del Rytas era troppo allettante per non poterla accettare. La possibilità di stare vicino alla moglie e ai figli ha fatto la differenza.
Darjus Lavrinovic e Reggio Emilia: da un lato, cestisticamente parlando, sei un nuovo acquisto, dall’altro hai avuto la possibilità di ambientarti in città.
Esattamente. Devo ammettere che adoro Reggio Emilia. Nella mia carriera ho giocato in diverse grandi città, ma io mi trovo meglio nelle realtà a misura d’uomo. Inoltre mia moglie ed i miei figli qui si trovano benissimo, non vorrebbero più andare via.
Passiamo appunto alla famiglia, tua moglie Edita ti segue da tanti anni. Si trova davvero così bene a Reggio?
Assolutamente si. Viviamo vicino al centro storico, adora passeggiare con i nostri due cani per la città e Reggio è situata in un punto strategico dell’Italia. In poche ore si possono raggiungere tutte le località di maggior interesse.
Anche i tuoi figli sembrano essersi ambientati in fretta.
Titas ha 9 anni, mentre Darjus jr. ne ha 7. Per i bambini è davvero facile trovare amici anche se ancora non parlano l’italiano, a loro basta andare a fare allenamento con la Scuola Basket della Pallacanestro Reggiana. Inoltre siamo davvero felici per l’istruzione che ricevono all’International School di Modena, che frequentano insieme alle figlie di Kaukenas.
Passiamo a parlare di cibo. L’Emilia è rinomata per la propria cucina…
Premetto che impazzisco per la cucina italiana. Quando sono arrivato qui in estate i miei piatti preferiti erano risotto e tagliata. Mi piace anche la pizza, ma non la mangio mai più di una volta a settimana, sono un professionista che cura molto l’alimentazione. Nella mia carriera ho girato praticamente mezza Europa ed una cucina di qualità come quella emiliana non l’ho mai trovata. Se potessi, mangerei tortelli e parmigiano-reggiano tutti i giorni.
Da qualche anno Reggio è diventata una roccaforte lituana. Prima l’ex capitano Donatas Slanina poi Rimantas Kaukenas. Cosa ci dici di queste due bandiere del vostro basket?
Conosco meglio Rimas rispetto a Donatas per aver condiviso, oltre alla Nazionale, anche l’esperienza al Real Madrid. Rimas è una persona favolosa, pronta ad aiutarti in ogni momento ed un professionista esemplare. Per me è come un fratello. Donatas è stato un ottimo giocatore e anche fuori dal campo ha referenze ottime.
Oltre che con Kaukenas, hai legato con qualche altro compagno in particolare in questi mesi?
Ho buoni rapporti con tutti, anche se cerco di parlare maggiormente con i giovani. Penso sia molto importante per loro avere un punto di riferimento e qualcuno che li possa aiutare nei momenti complicati. A volte hanno bisogno di un consiglio tecnico, mentre altre volte serve sdrammatizzare strappando loro un sorriso.
Hai potuto valutare la squadra da fuori per molte partite. Quali qualità ha e in cosa può ancora migliorare?
Questa è una squadra con tanto talento individuale e con molti giovani di prospettiva. Abbiamo una base solida formata da persone vere e questo è un buon punto di partenza. Possiamo migliorare ancora tanto, sicuramente i giovani devono crearsi un ruolo all’interno del gruppo, mentre noi veterani, con l’esperienza, dobbiamo riuscire a trascinarli maggiormente. Ora bisogna stare uniti, credere in quello che facciamo e nei nostri obiettivi.
Il tuo presente è quello di recuperare la condizione fisica in vista del finale di stagione. Ma questa squadra dove può arrivare?
Sto lavorando alacremente ogni giorno per riprendere il ritmo partita. Come squadra, invece, dobbiamo credere di poter arrivare fino in fondo, anche se sappiamo sarà difficile. Se ci crediamo e ci applichiamo al massimo, possiamo avverare un sogno. Per poter ambire ai propri sogni, però, serve tanto lavoro e la voglia di lottare insieme e di sacrificarsi per un obiettivo comune. Intanto prendiamoci i playoff e cerchiamo di restare nelle prime quattro in classifica.
E come lo vedi il tuo futuro? In biancorosso anche per la prossima stagione?
Sto davvero bene qui a Reggio. Il mio sogno sarebbe quello di restare, ma per farlo so che devo meritarmi la conferma sul campo. Parlare ora di futuro è prematuro, non ho ancora dimostrato nulla. Credetemi, sto lavorando davvero duramente per tornare ad essere il vero Darjus Lavrinovic, voglio dimostrare a tutti ancora una volta chi sono e cosa posso dare. Dimostrerò alla società che non si è sbagliata a puntare su di me.
La Grissin Bon è una delle poche realtà in cui si parla italiano. Stai iniziando ad impararlo?
Ho imparato qualche parola grazie ai compagni, allo staff e anche a tutti i tifosi che in questi mesi mi hanno fermato in città per salutarmi. Una piccola frase ve la voglio dedicare, per tutto l’affetto che mi avete dimostrato fino ad ora: “Reggio, ti voglio bene!”.
Gaia Spallanzani, Pallacanestro Reggiana