Il Giornale. Il cacciatore Giorgio Lugaresi mette nel mirino i presidenti di serie A: “De Laurentiis mi pare un armadillo, Della Valle un bufalo cafro. E Cairo è come il mostro di Lockness”.

lugaresi

L’integralità dell’intervista al presidente del Cesena, naturalmente accorciata di parecchio, su Il Giornale. Con il grazie a Elia Pagnoni e a Benny Casadei Lucchi.

Di Vanni Zagnoli

Il Cesena ha mancato la salvezza in serie A, il presidente Giorgio Lugaresi mantiene il comando della società e anche il buon umore. A inizio giugno aveva organizzato un picnic allo stadio Manuzzi, come per “festeggiare” la retrocessione. “C’erano 1200 persone – racconta -, più 800 bambini, tutti con i calzini bianconeri”.

E’ l’unico presidente del grande calcio con un profilo facebook che cura personalmente. Dalle colline di San Tomaso, 4 chilometri sopra Cesena, guarda verso il mare mentre cena con la moglie Francesca, insegnante elementare, e da grande appassionato di caccia si presta a un gioco, raffrontando i colleghi ad animali.

Ma cominciamo da suo padre Edmeo…

“Resse la società sino al 2002, la ereditò dallo zio Dino Manuzzi, fratello di mia madre, che l’aveva presa nel ‘67. Papà era come una tigre indiana: aveva movenze feline, sembrava innocuo ma era spietato quando doveva decidere, è stata la forza della sua sopravvivenza. Orfano di padre e con appena il diploma di 5^ elementare, creò un impero con il marchio Lugaresi Edmeo, era il più importante esportatore di frutta in Europa, con 3mila quintali al giorno mandati all’estero. E’ scomparso nel 2012, a 83 anni, appena 3 mesi dopo mia madre”.

Andiamo in ordine di classifica, partiamo dal campione d’Italia Andrea Agnelli.

“Mi fa venire in mente un coccodrillo – sorride -, perchè ha una corazza straordinaria ma anche un cuore grande. Ha qualità, è quasi impossibile da sconfiggere: vorrei avere la sua corazza, considerato quanto ha vinto. Pallotta? Viene dagli Stati Uniti, fa pensare a un bisonte, che ha rischiato l’estinzione: ha messo fuori ancora la testa e inventato una Roma stellare”.

E Lotito?

“Se proprio devo trovare un animale, ricorro alla iena ridens. E’ feroce, un capobranco e in quella specie il capo è una femmina. Sembra morbido ma è spietato”.

De Laurentiis ha mancato la Champions league…

“(sospiro). Da buon armadillo, ha la corazza, è molto intelligente e sa dove andare a mettere il naso, nei pertugi più profondi. E’ grazie a un fiuto molto fine che ha preso l’allenatore Sarri e il ds Giuntoli”.

Diego Della Valle ha scelto l’esordiente Paulo Sousa, per la Fiorentina.

“Lo paragonerei a un toro, anzi al bufalo cafro. Mostra i muscoli quando le cose non gli piacciono, com’è avvenuto con Montella. Preziosi, invece, ricorda la vipera soffiante: è africana, potentissima e grossa come un braccio. Sta in silenzio ma quando le si arriva a tiro si erge come un toro, risultando letale: a Genova, si sopravvive solo con questo spirito… Penso anche a sir Bis, personaggio di Walt Disney: era la biscia nella tavola rotonda di re Artù, il consigliere con la lingua biforcuta”.

Gongola Ferrero, ripescato in Europa, con la Sampdoria.

“E’ un cane della prateria, somigliante un po’ alla nostra marmotta, perchè urla avvisando tutti. Attirano il nemico fischiando e si imbucano, senza farsi prendere: gli piace molto apparire ma quando è il momento è un po’ sfuggente”.

L’indonesiano Thohir cosa le fa sovvenire?

“E’ lo scorpione. Vuole attraversare il fiume con la rana, che però è perplessa: “Perchè poi tu mi pungi e mi uccidi”. “No, perchè affogherei con te”. A metà lo fa davvero e si giustifica così: “Fa parte della mia natura”. Ecco, venendo dall’Asia, Thohir ha un modo di ragionare diverso e allora o ci adeguiamo noi a lui o lui a noi”.

Veniamo a Berlusconi.

“E’ l’elefante, ma femmina. Ovvero la matriarca, la memoria storica: guida il branco, è un animale straordinario per potenza e se lo sopprimi hai finito di vivere. Sa dove sono le pozze e i sentieri verdi per trovare l’erba fresca, dunque le nuove soluzioni per il calcio. E’ un grande innovatore e tutto quanto oggi diamo per scontato ce l’ha portato lui sulla tavola”.

Il suo allievo prediletto era Cairo…

“Mi rammenta il mostro di Lockness,  non sai mai se c’è o no. Ci sono momenti in cui tutti vanno a cercarlo eppure non si sa se sia reale… Quando ha bisogno, Urbano ti blandisce, diversamente sparisce, va sott’acqua. Torna a farsi vedere solo quando gli serve un giocatore”.

Altri presidenti che le stanno a cuore?

“Il patron del Sassuolo Giorgio Squinzi. L’ho conosciuto, è un uomo potente e, a differenza di Berlusconi, è l’elefante indiano: è addomesticabile, rimane nel sistema e sa come muoversi, pur essendo entrato nel calcio senza conoscerlo. E’ sparito, invece, Ghirardi. Ricorda non un animale ma l’omino Michelin: quando lo guardi da vicino mostra una dentizione aggressiva e combina guai. L’ex presidente del Parma era simpatico a tutti, oggi nel calcio non c’è più”.

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