Su Dailybasket, la riproposizione, minimamente aggiornata, dell’intervista a Boscia Tanjevic alla vigilia della finale scudetto

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Proseguiamo con la galleria di personaggi intervistati di recente. Alla vigilia della finale scudetto vinta da Milano, avevo sentito per il quotidiano Libero l’ex Bogdan Tanjevic, contattato un paio di giorni dopo anche da Tuttosport.
Come per Nando Gentile, propongo il testo originale, con minimi ritocchi legati al risultato della serie. Il pronostico di Boscia era: “La forza di Milano è tale che può fare cappotto. Se gioca come in gara-6 a Sassari, può finire 4-1. Per Siena sarebbe già un successo vincerne due”. Insomma i toscani sono andati oltre ogni logica. Ma ecco il racconto dell’ex ct azzurro.

 

Vanni Zagnolitanjevic
Il basket ha celebrato la finale scudetto prevista dalla regular season, Milano prima contro Siena seconda, nonostante la Montepaschi fallisca.
Boscia Tanjevic, 18 anni fa, aveva portato l’ultimo titolo a Milano…
“Già la scorsa stagione sembrava una formalità, invece proprio Siena vinse gara-7 dei quarti, al Forum di Assago, stavolta c’è andata vicino”.
Com’era il quintetto della sua Stefanel?
“Nando Gentile, l’americano Rolando Blackman, il serbo Dejan Bodiroga, Gregor Fucka e Davido Cantarello. Anzi, partivo sempre con Paolo Alberti pivot, mentre Hugo Sconochini era passato a Roma dopo una buona stagione e di lì in Nba. Avevamo 10-12 giocatori, fondamentali furono anche Flavio Portaluppi e Alessandro De Pol. Merito del patron Bepi Stefanel, triestino con cui ho condiviso un decennio di basket”.
L’Ea7 Armani è più forte?
“E’ passata una generazione di pallacanestro, tutto è molto più forte e si evolve, come il record dei 100 metri nell’atletica leggera. Oggi il gioco è più veloce e i biancorossi hanno vari americani atletici. Il nostro progetto era di giovani italiani, Bodiroga crebbe a Trieste con Fucka, De Pol e Sartori”.
E Sergio Scariolo aveva fallito due occasioni…
“All’epoca scoprivamo talenti, senza cambiare 7 giocatori per 4-5 stagioni di fila. Adesso si pagano perchè stiano a casa, se hanno fallito, progetti non ce ne sono più. Il budget totale era di 7 miliardi di lire, oggi due campioni costano 3,5 milioni”.
Il quintetto era Hackett, Langford, Alessandro Gentile, Melli e Samuels.
“E poi Moss, Jerrels, il nigeriano Lawal, di talento, al pari del gigantesco centro Samuels”.
La differenza è in panchina, fra lei e Luca Banchi…
“Io sono un vecchio lupo, venivo da 25 anni da coach, ero stato playmaker anche della Jugoslavia. Dal 2 settembre ’63, esordio in serie A slava, a 15 anni, sono alla prima stagione senza basket: vivo a Trieste, più che a Istanbul, perchè dopo l’Europeo mi sono dimesso, anche da coordinatore delle nazionali turche”.
Il figlio di Gentile somiglia al padre?
“Molto, escluso il ruolo. Nandinho era un grande playmaker e realizzatore, lo feci capitano di Caserta a 18 anni, Alessandro ha ricevuto i gradi a 21. Per me sarà il prossimo azzurro a raggiungere l’Nba, non a caso è stato scelto da Minnesota, che poi l’ha girato a Houston, intanto resta a Milano. Poi toccherà a Nicolò Melli. Ancora devo vedere il 21enne Amedeo Della Valle, a Reggio Emilia. Pietro Aradori? Ha 25 anni, ma credo sia tardi. Idem per il 28enne Andrea Cinciarini, che dovrebbe migliorare un po’ al tiro”.
Ha visto Belinelli, nelle finali Nba?
“Non sempre perchè preferivo dormire. o dormire… La concorrenza in America è xxl, già è fantastico che colga l’anello, valorizzando al massimo i minuti di parquet. Con opovich, migliore coach Nba, diventerà decisivo anche nelle grandi partite”.
Siena ripartire dalla 4^ serie?
“Avrei voluto vederla ancora in A1, perchè società e città lo meritano”.
Anche Marco Crespi?
“E’ il primattore del miracolo, allenatore dell’anno davanti a Menetti (Grissin Reggio) e a Paolo Moretti (Pistoia): la situazione era pesante, il budget minimo e lui si è mosso anche da gm, scegliendo i giocatori per un grande basket. Era mio vice nel biennio a Milano e nel quadriennio in nazionale, vincemmo l’Europeo del ’99”.
Per le movenze, ricorda Dan Peterson.
“E’ spontaneo, non si mette in posa, partecipa con i giocatori alla partita, trasmette energia. E’ un intellettuale prestato alla pallacanestro”.
L’ex gm Ferdinando Minucci, però, era stato arrestato, per il nero versato a tanti campioni.
“Nessun giocatore tuttavia è colpevole. Certo con meno soldi Siena non avrebbe vinto tutti e 8 gli scudetti, eppure in Europa ha combattuto contro club molto più ricchi. Il quintetto era con Haynes, Green, Carter, il sorprendente 34enne Ress e Othello Hunter, poi l’austriaco Ortner, Janning e Nelson. Ha dato spettacolo”.

 

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