http://www.dailybasket.it/serie-a/reggio-emilia-devis-cagnardi-con-motivazione-e-identita-contro-le-grandi/ Tengo sempre molto alla storia di Devis Cagnardi, studiata già un anno fa. Con lui ci siamo sentiti per mail, è un grande appassionato di basket, ormai reggiano. Il terzo allenatore della Pallacanestro Reggiana, Devis Cagnardi, si racconta rispondendo alle domande dei nostri giornalisti di Reggio Emilia. La Grissin Bon ha confermato anche per questa stagione l’assistente allenatore della prima squadra, Devis Cagnardi. E’ l’occasione per andare a conoscere uno dei collaboratori di Massimiliano Menetti, assieme a Flavio Fioretti. Ha 38 anni, è bresciano, di Pisogne, paese del val Camonica, sulle rive del lago d’Iseo. Inizia la nona stagione alla Pallacanestro Reggiana, con quali propositi? “I numeri dimostrano la stima nei miei confronti e la riconoscenza per il lavoro svolto in questi anni, per questo voglio ringraziare l’ad Alessandro Dalla Salda che mi ha sempre concesso fiducia. Il mio senso di appartenenza a questa società tocca livelli assoluti, è motivo di grande soddisfazione e orgoglio: sono cresciuto professionalmente all’interno, partendo dal minibasket gestito da Leo Ergelini, passando al settore giovanile orchestrato da Andrea Menozzi, sino a entrare al fianco di coach Menetti nello staff della prima squadra. Il ds Alessandro Frosini con la sua esperienza e le doti umane che lo contraddistinguono ha costruito un gruppo di lavoro all’interno del quale ognuno può esprimersi al meglio”. Perchè Menetti è un allenatore speciale? “ Non devo certo essere io a dire che il livello tecnico dei tecnici italiani è altissimo e riconosciuto ovunque. Non credo che a questo livello la differenza si possa fare conoscendo meglio la materia e per questo dico che Menetti ha dimostrato di essere autentico in quella che è la sua visione della professione di coach e nell’interpretazione di essa. Ha la capacità di sdrammatizzare situazioni che normalmente, penso, destabilizzerebbero tanti colleghi più esperti, con tutti i benefici che ne conseguono nelle gestione delle varie situazioni tecniche e non…”. Reggio viene da due semifinali playoffs sfiorate, dalla semifinale di coppa Italia e dal successo in Eurochallenge.Cosa si può aspettare dal debutto in Eurocup? “La coppa è stata inanzitutto una conquista del campo aquisita grazie alla finale di EuroChallenge, pertanto ci arriviamo con la consapevolezza di chi ha già espresso il suo valore in una competizione europea. Questo è un merito che ci ha permesso tra le altre cose di assumere uno spessore tale da diventare una realtà appetibile per giocatori di valore assoluto come testimoniano gli arrivi di Diener, Lavrinovic e la conferma di Kaukenas. Sono operazioni di mercato chiuse dal nostro management, mettendo sul piatto la forza del nostro progetto che è stato quindi apprezzato e condiviso. Abbiamo grande motivazione e voglia di confrontarci con squadre di altissimo livello tecnico e di blasone continentale, consapevoli certo che le difficoltà saranno molte ma l’intenzione di migliorarci e di far crescere i nostri giovani è tale che già la sola partecipazione sarà un’esperienza importante per il conseguimento dei nostri obiettivi! Ci passa in rassegna i nuovi biancorossi? “Polonara è sinonimo di atletismo, il ceco Pechacek è un progetto. Diener significa talento e mentalità, Lavrinovic esperienza e presenza”. Reggio ha quattro azzurri, mentre le altre squadre di serie A neanche arrivano a due. “Non analizzo le scelte di altri perchè non se ne conoscono le motivazioni che possono essere molteplici e sono sicuramente legittime. Per quanto ci riguarda, abbiamo ben chiaro quello che deve essere il nostro percorso e pertanto la costruzione del roster che ne consegue, questo non vuol dire che non faremo errori che tra l’altro abbiamo già fatto nel recente passato. Quando però sai dove vuoi andare è più semplice orientarsi nel momento in cui hai la necessità di aggiustare qualcosa. Avere una forte componente “azzurra” è una decisa volontà della proprietà nonché una conseguenza dell’identità che questa società vuole avere nel panorama cestistico nazionale, partendo dal settore giovanile arrivando fino alla serie A”. Ma lei aveva praticato il basket? “Sino al 2003-04, soprattutto in serie B, due stagioni anche a Fidenza. Giocare è in assoluto la parte più bella dello sport”. Qual è il bello di questa disciplina? “E’ musica che scorre nelle vene. Uno sport di attacco, l’incontro fra tecnica e atletismo, con l’assoluto bisogno di essere sempre in controllo mentale mentre il gioco si sviluppa a ritmi altissimi, fra contatti anche molto duri”. Com’è il Devis privato? “Da 13 anni sono sposato con Donatella Dallargine”.