(v.zagn.) Penso vincerà la cordata degli industriali, ma ho parlato per un’ora con Corrado junior, preferisce non fare interviste, per il momento. Comunque padre e figlio sono arrabbiati. Peraltro è sacrosanto che chi prova a mantenere in vita la società in serie B abbia diritto a concorrere per la D, anzi…
(gmajo) Negli ultimi giorni – complice una abile regia dei Corrado’s, i quali, sentendosi superati dai competitor di Parma Calcio 1913 nella rincorsa alla eredità dell’estinto Parma FC, dopo aver a lungo duellato ora strategicamente cercano di tender loro la mano – si è pericolosamente diffusa una grande voglia di fusione, ma, checché ne dicano, sempre nel lecito, alcuni personaggi importanti della vita cittadina o delle cose crociate come il sindaco Federico Pizzarotti o l’ex presidente Fulvio Ceresini, io reputo che questa ipotesi sia solo una ulteriore perdita di tempo nel già tortuoso cammino di ripartenza, considerata la palese non sovrapponibilità dei progetti, al di là delle evidenti contraddizioni in seno a Magico Parma che dopo aver elevato al massimo la tensione ora da lupo si fa agnellino.
Se il primo cittadino, durante l’ospitata di martedì scorso a Parma Europa, aveva a mio modo di vedere correttamente invitato l’escluso a “prenderne atto con maturità e serietà”, nello stesso tempo, però, gli aveva dato il contentino, aprendo idealmente le porte alla soluzione della fusione:“Il mio auspicio, fin da subito, sul tema delle due cordate, visto che gli altri non sono da meno e sono comunque una realtà importante, non ho capito perché non c’è stata e non ci sia la possibilità di far confluire queste forze e moltiplicare il fattore di possibilità di futuro della nostra squadra. Questo mi spiace fortemente: è una cosa che dico sempre, gli steccati non giovano a nessuno, perché vanno unite le forze e non vanno disperse”.
Intendiamoci: io stesso sono abitualmente favorevole all’abbattimento degli steccati, perché l’unione fa la forza, ma mi domando quanto forte possa essere l’unione quando le idee sono talmente differenti e quando il dibattito in precedenza è stato particolarmente acceso sino ad arrivare alla demonizzazione dell’avversario pur rimarcando, con una certa faccia di bronzo, quanto sia ridicolo scannarsi, agli occhi dei neutrali, per una modesta serie D.
In questo cammino i nuovi agnellini, ed ex lupi, Corrado’s mi sono apparsi alquanto contradditori nella loro condotta, non solo perché si sono inspiegabilmente buttati a capofitto nell’impresa dei dilettanti, dopo aver sbertucciato, nelle settimane precedenti chi già si stava attrezzando per il funerale ancor prima che il malato fosse defunto, ma anche perché ora non disdegnerebbero di far parte della compagnia rifiutata prima. Era stato lo stesso Giuseppe Corrado, infatti, durante il famoso comizio a Villa Ducale, a ricostruire come andarono le cose qualche mese addietro allorché venne contattato da Marco Ferrari, ideologo e fautore del progetto Fenice: e fu lui, in quella occasione, a far capire chiaramente come non gli interessasse un tubo una coalizione di industriali con la i maiuscola per i dilettanti. E allora perché adesso c’è tutta questa predisposizione per un dialogo dapprima fermamente rifiutato? Perché piangere, come ha fatto Giovanni Corrado, arrivando persino a sostenere in una recente intervista che avrebbe ricevuto una risposta volgare (proprio lui che è sempre così fine…) quando avrebbe tentato, a suo dire, un avvicinamento al leader di Newco1 che di solito non si esprime come un carrettiere? Peraltro mi risulta che l’incontro fortuito avvenuto in un noto circolo tennistico fosse persino antecedente la nota esternazione fiume di qualche settimana fa.
Al di là che non ritengo per nulla sovrapponibili i due progetti per la diametralmente opposta filosofia di base (il Parma Calcio 1913 rifugge dal modello del “presidentissimo”, figura centrale, in quello del Magico Parma, sia pure con la variante manageriale) reputo perniciosa l’ulteriore perdita di tempo che comporterebbero le prove tecniche di dialogo tra sordi auspicate dalla Municipalità per una sorta di compensazione che, come quelle arbitrali, finirebbe per essere una amplificazione di un eventuale errore precedente, sempre ammesso che errore vi sia stato. Diciamocelo chiaramente: se non ci fosse stata l’ostinata insistenza dei Corrado’s per la D, a quest’ora l’Araba fenice dei Barilla’s (figura stilizzata che GB vorrebbe che in un qualche modo apparisse sulla nuova casacca crociata) sarebbe già stata affiliata alla FIGC e iscritta in sovrannumero alla serie D: così, invece, con ogni probabilità, ci sarà da attendere il prossimo 24 luglio. Magari in Federazione si sono già fatti una idea piuttosto precisa di quale possa essere il modello da premiare, ma fin che le stesse istituzioni non dimostrano di aver le idee chiare, senza retromarce o pantomime, e fin che sul web ci sono sitini e sui social profilini che amplificano supposte spaccature della tifoseria non si potrà certo pretendere che siano celeri in FIGC a sancire la nuova rappresentante del Parma.
La tardiva apertura di Capitan Pizza ai Corrado’s (durante Parma Europa il primo cittadino aveva annunciato di aver l’intenzione di ricevere coloro che, comunque, non potranno avere a propria volta il patronage, previsto solo per un organismo, e quello è Parma Calcio 1913) oltre ad esser inutile fa anche del male: perché intanto che noi stiamo qua a parlarci addosso, tutte le altre squadre del nostro ipotetico girone – le quali saranno oltremodo stimolate ad affrontare il new-Parma che sarà la squadra da battere per via del blasone ereditato – si stanno attrezzando mettendo sotto contratto i pezzi migliori della categoria. Capisco che aver concesso la lettera di endorsement agli industriali (ma non solo loro, giacché grazie a newco2 c’è una forte componente di azionariato diffuso, con la partecipazione di sponsor e tifosi) sulla fiducia, senza aver visionato prima il progetto (ammesso che ci sia) del Magico Parma possa superficialmente non sembrare il massimo e dal la stura alle polemiche, ma penso sia anche lecito domandarsi perché quell’autografo il primo cittadino lo avesse siglato con congruo anticipo: e la risposta è piuttosto semplice. Parma Calcio 1913 stava lavorando attorno al suo modello, che fa l’occhiolino a quello tedesco, da settimane, con ben presenti tutte le date e tutte le esigenze, tra cui, appunto, anche l’avallo o patrocinio da ottenere dal Comune. Del resto prima che improvvisamente (e per certi verdi inspiegabilmente) i Corrado’s si convertissero alla D, per costoro era importante solo la serie B, poi non mantenuta nonostante mesi e mesi di incontri, il placet della FIGC e dell’Assocalciatori etc. etc. Logico che, muovendosi in netto ritardo, al di là di un progetto Magico, non potessero che trovare le cose già fatte appannaggio di altri.
Quello dello stadio non concesso – cavallo di battaglia ampiamente cavalcato a Villa Ducale – era stato evidentemente un falso problema, né è corretto sostenere che l’amministrazione comunale abbia fatto una retromarcia: forse ci sono stati dei misunderstanding, forse ad arte ci si è aggrappati al primo filo d’erba, ma era abbastanza palese che il problema non fosse la disponibilità del Tardini, impianto che, giustamente, essendo comunale deve esser messo a disposizione di tutti; viceversa il sostegno a un club richiesto dalla FIGC è un atto politico, che compete a chi è stato scelto dagli elettori per amministrare, così come è puerile l’invocazione di un referendum, proprio perché i delegati dei cittadini hanno mandato per fare delle scelte. Scelte che, come tutte. si possono chiosare, ma che vanno comunque rispettate.
Ricevere ora i Corrado’s e spendersi per una improbabile e perniciosa fusione è un atto, a mio modo di vedere, piuttosto pilatesco, al di là della nobile motivazione della spinta a parlarsi abbattendo gli steccati.
Come vedete, dunque, la volontà di Pizzarotti di fare da sensale tra Parma Calcio 1913 e Magico Parma era precedente lo stimolo in quel senso di Fulvio Ceresini che in una intervista concessa qualche giorno fa aParma Fanzine, e non a caso titolata “Il sindaco dovrebbe creare un dialogo tra le due cordate”, è stata al centro del dibattito crociato nel week end: “Quello che mi chiedo è: perché non parlarsi? Io – ha detto Ceresini a Parma Fanzine – sono disponibile a fare da “facilitatore” di questo incontro, però dovrebbe essere credo una cosa istituzionale, anche perché sono nate incomprensioni… E’ nell’interesse di ognuno che si possano incontrare. Non si perderebbe nemmeno tanto tempo, magari si perde un’ora, e al massimo rimane tutto come prima. Ma se c’è una possibilità va inseguita, perché si fallisce solo quando non si prova, si fallisce in partenza. Magari parlandosi si capiscono e si risolvono delle incomprensioni, e magari qualcuno potrebbe anche rivedere la propria posizione. Non so, ma credo che possa essere un’opportunità che non mi lascerei scappare, fossi in loro, e credo che la persona più autorevole per organizzare questo sia il Sindaco, anche perché, sinceramente, non è stato bello dire: “noi scegliamo un progetto” senza conoscere l’altro”. Pur stimando Fulvio stavolta non sono d’accordo con lui: io, per le motivazioni, sopra addotte, ritengo superfluo, a questo punto, dilapidare ulteriore tempo in azioni diplomatiche tra i due soggetti, cosa che andrebbe a nocumento dell’intera comunità crociata che non vede l’ora di poter ripartire il prima possibile e nel modo migliore scrollandosi di dosso tutte le tossine dell’ultima annata e pure i fastidiosi fuori programma.