Da La Gazzetta dello sport, Francesco Pioppi intervista Aradori: “Qui devo fare l’americano che non c’è”. E’ il re di supercoppa, con 4 trofei

Aradori in azione contro Torino.
Aradori in azione contro Torino.

L’intervista di Francesco Pioppi uscita sulla Gazzetta il 26 settembre 2015. 

L’azzurro in un gruppo senza Usa: «Cerco di portare punti come fanno loro»

http://archiviostorico.gazzetta.it/2015/settembre/26/Aradori_Qui_devo_fare_americano_ga_0_20150926_ba822d0e-6414-11e5-bad0-6c1338743346.shtml?refresh_ce-cp

Reggio emilia.

Giusto il tempo di mettere via l’album dei ricordi di un Europeo vissuto da protagonista e Pietro Aradori si rituffa fra i confini nazionali per debuttare in Supercoppa con la maglia di Reggio Emilia.

“Sta andando tutto velocissimo,spiega ho vissuto un’estate di grandi emozioni e che resterà nel mio cuore per sempre, ma ora si comincia una nuova avventura e anche se abbiamo fatto un solo allenamento al completo dobbiamo farci trovare pronti: sono carico”.

Filosofie. Nella squadra di coach Menetti, che ha confermato il blocco italo-lituano rinnovando però la regia, ora affidata al tandem Gentile-De Nicolao, Aradori vestirà i panni dell’attaccante di razza, dell’americano che Reggio non ha, per dirla con un termine che lui stesso definisce: “Azzeccato per quelle che sono le mie caratteristiche nel creare gioco e segnare punti, antiquato se si pensa ad un basket in evoluzione e in cui gli americani non sempre sono così determinanti come un tempo”.

Dipende dai punti di vista, quel che è certo è che a tre mesi esatti da gara-7 che ha assegnato lo scudetto a Sassari, la Supercoppa alzerà di nuovo il sipario sulla sfida fra due filosofie contrapposte: “Questione di scelte,  conferma Aradori, noi non siamo una squadra ciapa e tira, ma che funziona con obiettivi precisi che partono da una difesa molto forte e arrivano al coinvolgimento di tutti in attacco. Sassari invece ha principi diversi: punta molto sul tiro da fuori, sul contropiede e ha sempre dei super atleti che gli danno molta verticalità”.

Pericoli. Andando ad analizzare i singoli non ha dubbi: “Logan è il loro leader e al secondo anno avrà ancora più fiducia , spiega – poi dovremo stare attenti a Haynes che quando era a Milano in molti avevano già etichettato come scarso, mentre a Siena ha fatto cose pazzesche e infine occhio a Varnado che è un po’ il clone di Lawal, la Dinamo cambia i nomi, ma le caratteristiche di chi li sostituisce sono molto simili fra loro”.

La continuità di Reggio Emilia è invece dettata soprattutto dal mix di giovani e veterani che Aradori conosce bene: “Con Kaukenas ho giocato a Siena ed è un giocatore speciale, dà sempre il 110% e non a caso è il capitano, Darjus Lavrinovic non ha bisogno di presentazioni, mentre con Polonara e Della Valle ho condiviso l’esperienza in nazionale: sono giovani solo sulla carta perché hanno già le qualità per fare la differenza”.

Tris Nel palmares di Aradori le Supercoppe sono tre: due vinte con Siena e una con Cantù: “E’ cambiata la formula, prima era una gara secca mentre adesso c’è la Final Four, ma resta una competizione diversa dalle altre e ci sta anche che vinca la meno quotata come accadde a noi nel 2012 con Cantù”.

La chiusura è una panoramica sul campionato: “Sicuramente Reggio vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista e lottare fino all’ultimo secondo com’ è successo l’anno scorso  afferma , ovvio però che Milano è in pole position perché hanno una squadra piena di talento e credo che alla lunga la voglia di riscatto li farà emergere, poi c’è Venezia che ha cambiato pochissimo e la stessa Sassari che ha una mentalità sempre vincente”.

A cura di Giovanni Nicotera

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