PADOVA Cinquecentomila copie di «Harry Potter and the Cursed Child», l’ottavo ed attesissimo capitolo della saga, sono belle e impacchettate, pronte per la vendita, e già prima di partire si parla di ristampa. A non partire affatto, invece, per il patron di Grafica Veneta, Fabio Franceschi, sarà la partnership con Maurizio Belpietro per il debutto nelle edicole, fra pochi giorni, di «La verità», il nuovo quotidiano lanciato dall’ex direttore di «Libero». «Non c’era feeling», si limita a spiegare Franceschi, che per alcuni mesi aveva seriamente accarezzato l’idea di diventare un player editoriale di rilievo anche nel mondo del giornalismo al punto da rendersi disponibile a mettere sul tavolo una quota maggioritaria e pesante (si parla del 70% – 75%) per l’operazione. Quello che chi conosce bene lo stampatore veneto traduce fra le righe è un problema squisitamente di linea editoriale.
Il progetto di Belpietro, insomma, posizionato con chiarezza fin dall’inizio nell’area di centro-destra, avrebbe delle connotazioni troppo antigovernative a prescindere. E a cannoneggiare notte e giorno contro le mura di palazzo Chigi si rischia che prima o poi qualche scheggia rimbalzi male e per questo un grande industriale deve sempre avere mille occhi. «Per fondare questo giornale ho parlato con moltissimi imprenditori, anche veneti – è la lettura che invece dà Belpietro – ed è del tutto normale che con qualcuno si trovino piani di consenso e con altri no. Con Franceschi non c’è stato alcun attrito particolare e non direi che per forza nel nostro Dna ci debba essere un’ opposizione pregiudiziale al Governo. Quello che voglio fare è un giornale indipendente e questo lo sarà del tutto. Avrò modo di chiarirlo nelle presentazioni che ci saranno presto in più di una città veneta».
Rimane il fatto che il capitale che avrebbe dovuto mettere Franceschi, grosso modo un milione di euro, in parte anche sotto forma di stampa fisica diretta del quotidiano nel suo stabilimento di Trebaseleghe, adesso rimane in carico al direttore, il quale conferma ugualmente la presenza nelle edicole di «La Verità» dal prossimo 20 settembre assicurando una tiratura di partenza di 200 mila copie ed una foliazione di 20-24 pagine. Non saranno pochi i nomi di punta di «Libero» a seguirlo nella sua avventura. Il quotidiano di Vittorio Feltri ha registrato nelle ultime settimane diverse dimissioni a cominciare da Giampaolo Pansa, seguito da Giacomo Amadori e Massimo De Manzoni, che nella struttura del quotidiano di Belpietro dovrebbe diventare capo del coordinamento. Se ne sono poi andati da Libero Francesco Borgonovo, che de La Verità assumerà probabilmente la vicedirezione, Claudio Antonelli ed Edoardo Cavadini, mentre altri, fra i quali Mario Giordano, sarebbero con un piede sulla soglia. E’ fra questi che sicuramente Belpietro, pure lui andatosene sbattendo la porta lo scorso maggio, attingerà altre risorse per la base redazionale, senza contare qualche rinforzo in arrivo anche da «Il Giornale», come Alessandro Rocchi. La Verità, il cui amministratore delegato sarà Enrico Scio, avrà sede a Milano, in viale Lunigiana e della raccolta pubblicitaria si occuperà FullPlan (Fullsix).