Di Salvatore Occhiuto
Una riflessione sull’attuale formula del campionato italiano di calcio di Serie A partendo dalle considerazioni dei colleghi.
(v.zagnoli) E’ un tema che ho meditato all’alba di un dopopartita, perchè diverte poco questo sport senza pathos. Seguo regolarmente il Sassuolo in casa, è senza obiettivi da 2 mesi e anche le ospiti in corsa per l’Europa (Torino, Palermo) non erano così motivate.
Lo scudetto era già della Juve con 3 mesi d’anticipo, le retrocessioni virtualmente decise da quasi un mese.
Nella B il dominio del Carpi ha svilito il resto, nel basket prima lo strapotere di Siena, ora di Milano.
Per quale motivo non adottiamo i play off con una finale secca e invece della Supercoppa non facciamo per esempio un controscudetto mesi dopo la stagione regolare?
(m. genovesi) Tra i campionati maggiori d’Europa, nessuno ha l’appendice finale dei play off per l’Europa o per la retrocessione; esclusivamente il torneo belga e olandese, mentre in Scozia dividono la classifica a metà con poule scudetto e poule retrocessione.
Ad altre latitudini le squadre che non hanno più niente da chiedere al campionato giocano comunque senza risparmiarsi e senza regalare nulla. Esiste in Germania lo spareggio tra la terz’ultima di A e la terza di B per giocarsi la promozione/permanenza in massima serie.
(s.occhiuto) L’intoccabile formula della Serie A con girone di andata e ritorno, il cosiddetto campionato all’italiana, è stato mutuato dai principali tornei la Premier League inglese, la Liga spagnola, la Bundesliga tedesca, la Ligue francese, la Primeira Liga portoghese.
Premesso che sono favorevole all’introduzione dei play-off anche nel calcio, occorre precisare che sono meccanismi tipici degli sport americani (basket, baseball, football americano, hockey) estesi poi al volley. Inoltre l’adozione dei play off cannibalizzerebbe a livello mediatico e commerciale tutti gli altri sport.
Già infatti il calcio con anticipi, posticipi, coppe europee, nazionali invade il palinsesto settimanale. Sarebbe facile immaginare le devastanti conseguenze di tale innovazione.
Una soluzione forse più ragionata è attribuire come in Champions League un premio partita ad ogni vittoria in maniera da non assistere agli oramai “strani incontri” di fine stagione, parafrasando con modifica una celebre canzone di Laura Pausini.