di Vanni Zagnoli
Vince Conegliano e perde Paola Egonu.
Non è andata male, per carità, l’opposto azzurro, comunque Vakifbank perde in quattro set, si aggiudica solo il secondo e con la donna da un milione di euro è peggiorata la squadra di Giovanni Guidetti, il miglior allenatore forse di sempre, nel volley femminile. Misteriosamente mai considerato dai presidenti federali Magri e Cattaneo, per la nazionale, speriamo ora da Manfredi, quando finirà il contratto di Mazzanti.
Avevamo lasciato Paola in Olanda, prendersela per forse una domanda di un giornalista olandese: “Ma come sei italiana?”.
Bah, chiedo le stesse cose io, da sempre, alla cieca, ovunque, intendendo, “sei di mamma o di padre o di avi o di nascita? Di dove sei originaria?”.
Peraltro, questa versione venne smentita dalla federazione. Comunque, Paola si è riposata una settimanella ed è partita per la Turchia e là fallisce il grande obiettivo stagionale, con le giallonere che avevano battuto la sua Conegliano in Champions e al mondiale per club. Due anni fa era accaduto il contrario, Imoco al double più prestigioso, con Paola e Miriam Sylla, ora a Monza.
Paola, dunque, perde il duello a distanza con l’erede, Isabelle Haak detta Bella, svedese, un centimetro più alta di lei e lo stacco lontano da rete, precisa, affidabile, poco personaggio, sobria, rossa, quasi o comunque chiarissima di carnagione, come Asia Wolosz, la fuoriclasse al palleggio, polacca.
Prosecco doc Imoco sembrava da semifinale scudetto in Italia, invece ha vinto la supercoppa a Firenze, 3-1 su Novara, schiantando Lavarini, l’allenatore che ha portato la Corea del Sud in semifinale olimpica, qualcosa di irreale, l’allenatore che ha sfiorato il colpo sulla Serbia di Santarelli, nei quarti mondiali, in Polonia, con le polacche, con Wolosz.
Prosecco torna sul tetto del mondo, con Daniele Santarelli, umbro, quest’anno proverà a vincere tutto in parallelo a Perugia, ad Andrea Anastasi. Supercoppa e mondiale per club, a febbraio ci saranno le coppe Italia, poi le Champions, gli scudetti. Conegliano ha l’azzurra Lubian al centro, con la olandese de Kruijf, in banda le americane Plummer, con gambe pesanti, e Cook, in regia appunto Asia, melodica come la canzone di Guccini, e poi la fuoriclasse della difesa, Monica de Gennaro, la moglie dell’allenatore, sorrentina, terza di tre sorelle pallavoliste. Chissà se reggerà sino a Los Angeles 2028, quando avrà 41 anni e mezzo. E’ nel sestetto, assieme a Wolosz e ad Haak, mvp.
La panchina è ricca, come per Perugia.
Perde Giovanni Guidetti, dunque, e pensare che Paola Egonu quella sera olandese di lacrime e ciglie ammiccanti, dopo il bronzo iridato sugli Usa, disse: “Sono felice di andare a farmi allenare da un grande tecnico”. Come se Mazzanti non lo so fosse o almeno non lo fosse più.
E dire che in nazionale le concedeva maggiori libertà rispetto alle altre.
Perde Giovanni Guidetti, neanche avvicina il tiebreak, in cui il tecnico modenese, soprattutto quando gioca in casa, quando è avanti, negli ultimi punti, comincia a folleggiare per il campo, facendo l’esultanza del toro, quasi, alla Maresca in un derby, o comunque come fosse un biplano.
Perde la banca della mezzaluna, ad Antalya, vince il ricco nordest, la società dei 35mila abitanti di Conegliano, Veneto, appunto, la nuova Sisley, Treviso, rimasta solo nel rugby, dopo i trionfi nel volley e, come Benetton, nel basket.
Il presidente è Piero Garbellotto, bellissimo imprenditore di contorno, i forse 4 milioni, ora, di budget, sono della famiglia Maschio, dello spumante, di Carraro.
Le pantere tornano dominanti, dopo le due finali perse la scorsa stagione contro le giallonere, mondiale per club e Champions. Hanno concesso un set nell’intera manifestazione, brutalizzando le brasiliane, come Perugia fra i maschi. Certo, probabilmente Novara, Monza o Scandicci sarebbero state più competitive dell’Eczacibasi o delle due squadre carioca.
Conegliano vince il primo e il terzo, in genere decisivo nelle sfide molto equilibrate. Nel quarto, Vakifbank si stacca sul 22-18, lì Paola non chiude, poi chiude fuori, poi non arriva su una difesa. Una campionessa dovrebbe cambiare la sorte di una partita andata, evitare di farla andare.
Paola è coetanea di Bella Haak, a occhio si ritroveranno in finale di Champions, se non in semifinale, e di nuovo nel mondiale per club. Sarebbe bello se la Cev reintroducesse la supercoppa europea, per rivedere le turche all’assalto di un trofeo, con Paola Egonu, appunto.
Intanto il volley italiano alimenta il suo blasone. E’ stata la settimana della hall of fame, a Bologna, con le campionesse del mondo del 2002 e altri personaggi, è stato l’anno del mondiale maschile, del bronzo dell’Italia femminile, della seconda finale persa da Trento, in Champions, del primo trofeo internazionale di Scandicci donne, la Challenge cup, e del secondo di Milano uomini, la Cev dopo la Challenge.
I palazzetti sono pieni, come per il basket, gli sponsor, le campionesse, le tv. Il volley accorcia le distanze nei confronti della pallacanestro. Dove girano tanti più soldi e la Virtus Bologna deve svenarsi per vincere la Uleb cup e Milano in Eurolega ha disputato una sola final four, dall’88. Il volley fa un po’ come il nuoto, ecco, porta l’Italia sul tetto del mondo, ogni volta che può. E’ spettacolo.