C’è una cosa, cari amici, di cui vado fiero, da sempre. E’ ammettere i miei errori. O meglio, a me piace confrontarmi su tutto, con colleghi amici o meno e allora capita di non approvare scelte.
Non ricordo se fu due anni fa, fatto sta che mi sorprese l’intervista di Francesco Perugini a Mitchell D’Arrigo. Ho sempre la convinzione che, sui quotidiani politici, ci sia una fascia di atleti di medio livello che meriterebbe un’attenzione molto diversa. In Italia si ha l’attenzione a concentrarsi sui grandi personaggi e sui giovanissimi. Ricordo per esempio una bella pagina del Corriere della Sera, un anno fa, con molto Roberto Perrone, sui talenti emergenti del nostro sport.
Parimenti, la redazione capitanata da Fabrizio Biasin, di Libero, con Tommaso Lorenzini, con Giampiero De Chiara e poi con tutte le firme che conoscete ha l’abitudine di concentrarsi sui campioni e poi sulle promesse.
Idem, per esempio, Tuttosport con il basket. Piero Guerrini ha passato in rassegna, negli anni, in anticipo, i talenti di oggi. Polonara, Melli e tanti altri. Ma il quotidiano sportivo naturalmente ha tante pagine in più.
Su Il Secolo XIX, a primavera, Giampiero Timossi aveva raccolto la volontà di Silvio Berlusconi di cedere Balotelli, direi primo in Italia. Bravo. Non so quanto ci sia solo di suo, magari il merito della notizia è ampio, dalla redazione sportiva da un anno capitanata da Paolo Giampieri, con Claudio Paglieri, con Roberto Sangalli e via con il resto di interni ed esterni. Chissà, magari c’era un contributo della redazione politica.
A prescindere, sapete la mia passione per la provincia, per le storie di sport, per l’intero sport. E’ bello quando testate non così di primo piano – ovvero non Sky o Gazzetta, per intenderci – danno le prime le notizie giuste o scelgono in maniera oculata.