Silvia Gilioli
Chissà se anche stavolta finirà in nulla di fatto, il razzismo, a Reggio Emilia. E’ la nostra città e allora per questo lascio la parola al nostro editore, Vanni Zagnoli, che da anni racconta tanto tifosi, colore, costume e la società. La Reggiana ha pagato 10mila euro di multa, tutto qua.
“Rammento Alessandro Bianco – spiega Zagnoli – o un altro granata, sulla cui identità, ovviamente, la Reggiana ha sempre fatto scudo. Il caso di razzismo in Reggiana-FeralpiSalò, al quale poi l’ufficio inchieste non ha dato seguito”.
Due domeniche fa, si vedeva su Dazn Gian Luca Iori, il bomber, di Face regia, scatenato.
“Nei distinti, direi, durante l’interruzione decretata dall’arbitro Prontera, nella gara con il Bari, finita in parità.
Anche se vado spesso ospite da loro, online, Davide Passalacqua, Gabriele Miari e neppure Iori sono esempi: parolacce gratuite, provocazioni alle tifoserie rivali.
Chissà quanti sono stati i reggiani che hanno insultato Mehdi Dorval, franco algerino dei pugliesi.
Si sarà inventato tutto, come un anno fa, pare un giocatore della FeralpiSalò? Non credo proprio.
Servirebbe un comunicato della Reggiana in cui la società chiede scusa, a nome di tutta la Reggio vera, infangata da un branco di idioti. Come già avvenuto a margine di Sassuolo-Modena, quando 20 baby teppisti, baby gang, finti tifosi granata, provocano ultras canarini nel parcheggio della curva ospite, dopo il 2-0 sul campo”.
Mi spiace per il comune di Reggio Emilia, per la provincia.
“Invito il sindaco Marco Massari e il presidente della provincia Giorgio Zanni a scrivere anch’essi contro quanto accaduto quella domenica al Mapei stadium-Città del tricolore.
E’ stata la settimana dell’228° anniversario del debutto della bandiera italiana, apparsa, appunto, per la prima volta, in questa città. Serve individuare subito i colpevoli, dare un segnale.
Nessun torto arbitrale autorizza a insulti all’arbitro, nè ai giocatori ospiti, nè alla tifoseria ospite, mai. Tantomeno in una città, in una provincia così ricca, di tanto”.
Con la Feralpi Salò ci fu la denuncia in sala stampa del capitano, forte, dura, senza se e senza ma.
“Carmelo Salerno riuscì a persuadere l’amico Pasini, presidente dei bresciani, a non dare seguito. Qualcuno alla Reggiana dice che è stata un’iniziativa estemporanea del pr, Matt Oxilia, per far parlare di Feralpi. Mah, io non credo, dal momento che Oxilia è un giornalista, una persona molto seria.
La storia delle frasi da campo, che non devono uscire dal campo, è fasulla. Campo, fuori, dentro, anche nella vita, serve sempre fairplay, al di là del razzismo. L’Italia dev’essere esemplare, fredda, anche tra i tifosi. E per fortuna allo stadio sono proibiti gli alcolici oltre i 4 gradi, dunque c’è solo la birra”.
Torniamo al discorso del campo. Il gol di Portanova si poteva anche convalidare. Nessun errore al Var – e i granata dalla scorsa stagione ne hanno subiti vari – autorizza reazioni esagerate, non è solo un discorso di razzismo. Fairplay, si chiamava la trasmissione di Rino Tommasi, scomparso da poco.
“L’espulsione di Lucchesi c’era, la Reggiana ha perso anche l’allenatore William Viali, all’intervallo, molto nervoso, comunque nonostante l’uomo in meno ha caratterizzato anche la ripresa. Viali è stato probabilmente espulso per il contatto con un giocatore del Bari, al rientro in spogliatoio”.
Resta un signor punto, per la Reggiana.
Chi ha pronunciato le parole razziste va individuato e denunciato e levato dagli impianti sportivi per un bel numero di anni, non protetto dal resto degli ultras e non solo.
“Qualche sera fa – conclude Zagnoli -, al bar Mary di Baragalla, dove le forze dell’ordine vengono omaggiate del caffè, nottempo, dal discutibile Domenico Zaccone, ho trovato un mio ex compagno di squadra, nella Pieve Landi, di quando avevo 15 anni. Marco Benevelli, ex carabiniere. Dice che il presidente Salerno, architetto di professione, dovrebbe dimettersi da consigliere di Lega, per dare un segnale contro gli arbitraggi sfavorevoli, io naturalmente non sono d’accordo. Parlo in generale. Il verdetto del campo, il lavoro dei direttori di gara, va rispettato, sempre e comunque, anche quando sbagliano”.
L’editore Zagnoli, giornalista professionista, dal ’99, solo giornalista dal 1990, escluso qualche lavoretto per i primi 6 mesi, dall’estate di 35 anni, ha una teoria precisa.
“Passi se la tensione non viene stemperata al sud, in certi contesti il calcio, lo sport, sono l’unico ingrediente per divertirsi, ma fra Lombardia e Veneto, Emilia Romagna e magari anche Piemonte, ovvero le regioni più ricche, l’atteggiamento dev’essere diverso”.
Soprattutto a Reggio, che da quando eravamo bambini, ostenta la propria diversità, il suo essere unica nei diritti civili, nell’accoglienza.
“Accoglienza, appunto. Sarebbe bello se proprio nei momenti di maggiore tensione, durante e dopo le partite, lo speaker invitasse alla sportività. Ringraziasse sempre il pubblico arrivato da lontano. La stessa squadra arbitrale, la dirigenza ospite. Molto seriamente. Da qui si prova a cambiare la cultura, di uno sport così appassionante, come il calcio. Invece spesso sono gli stessi dirigenti di riferimento di club a essere ultrà, di pensiero. Penso al presidente Salerno, che tre stagioni fa alzò la voce per congedare Doriano Tosi, ds del formidabile Brescello arrivato a un passo dalla serie B, poi della salvezza del Modena in serie A, con esperienze anche a Parma, Torino e Sampdoria. Non accettava, Salerno, di avere perso il campionato di serie C, la regular season, a favore del Modena”.
E poi la Reggiana uscì al primo turno playoff con la FeralpiSalò, dov’è ritornato Aimo Diana, dopo la successiva promozione in serie B dei granata. Diana passò, nel frattempo, da Vicenza, dove esonerato.
I ragionamenti di vannizagnoli.it sono generali, mondiali. Ovviamente, abitando noi in Emilia Romagna siamo più attenti alla società di questa regione, nonostante le puntate in Lombardia, Veneto e Marche.
E’ importante quando una società si aggiudica la coppa disciplina, il Cittadella ne ha parecchie, in bacheca, per il comportamento esemplare dei tifosi e anche dei calciatori, con il minimo di cartellini meritati, sul campo.