Da tutto vero a tutto nero nel giro di un mese. L’Inter aveva salutato il 2015 al comando della Serie A con tante certezze: una, solidissima, era la difesa. Poi, pian piano, il muro (a partire da Murillo) si è sgretolato. E alle crepe difensive si sono aggiunte i singhiozzi del centrocampo e l’astinenza degli attaccanti. La Juve ha svelato tutte le debolezze della squadra di Mancini. Che ora accoglierà Eder non come salvatore della patria, ma sicuramente come pedina importante.
Quella dell’Inter, più che una crisi certificata e di gioco, è una crisi dei singoli. Nella carriera da allenatore di Mancini, le sue squadre non hanno mai incantato per il gioco, quanto più per la solidità e per la capacità di risolvere con dei colpi anche le partite più difficili. Ed è successo, in maniera evidente, nel girone d’andata. Squadra compattissima, protetta dal muro Handanovic-Miranda-Murillo, e pronta a colpire anche solo una volta a partita. Ed ecco i tanti 1-0.
Quando sono iniziate a venire a mancare le prestazioni perfette dei singoli, quando sono iniziati ad emergere gli errori (ne elenchiamo alcuni: Melo con la Lazio, Murillo entrato in crisi con Atalanta, Juve e non solo, Miranda contro il Sassuolo, ecc), il castello è iniziato a crollare. Soprattutto perché il centrocampo – ora orfano di Guarin, forse l’unico a poter garantire nelle giornate di grazia un doppio apporto difensivo e offensivo – è molto, molto orizzontale.
La convivenza Medel-Melo non dà frutti, le verticalizzazioni sono rare, le invenzioni pochissime. Kondogbia è tutt’oggi inespresso: il francese sembra avere poca convinzione.
Davanti, poi, i gol sono davvero rari. Non è solo questione di Icardi-Jovetic: è l’impianto offensivo a non trovare soluzioni.
In tutto questo Mancini ha tante colpe: se’ alla guida dell’Inter da un anno,abbondante, ha rigirato la squadra e i giocatori come un calzino, ha sbagliato,completamente lo,scorso mercato di gennaio, ha cambiato 10/11 quest’anno, vero che ha il merito di essere rimasto a lungo in testa nel girone di andata, ma, secondo me ha pure la grande colpa di non aver progettato un gioco.
La squadra, anche vincendo, non ha mai dato certezze, e le performance dei singoli non sono sufficientise non si intrinseca no con un gioco , e il gioco scorre se hai un play che lo inzia, Mancini ha ritenuto questo un particolare insignificante, invece per me era fondamentale.
L’acquisto del brasiliano-naturalizzato italiano Eder, aumenterà le bocche di fuoco nerazzurre, porterà un valore aggiunto sui calci da fermo, ma temo non,possa risolvere il problema del gioco.
Il centrocampo dell’Inter è costruito male e la vedo dura porre rimedi immediati.
Ma siamo sicuri che il tecnico di Jesi non si fermerà con le richieste. Eder rimpiazza numericamente Guarin, ma a centrocampo la coperta, soprattutto dal punto di vista delle caratteristiche, è corta. Probabilmente Mancini proverà a convincere la dirigenza ad un ultimo assalto per Soriano. Infine potrebbe chiedere anche un centrale di scorta, data la partenza di Ranocchia, per puntellare anche una difesa che inizia a perdere troppi colpi.
Il terzo posto, vero obiettivo stagionale, è alla portata, ma troppa confusione vige tutt’ora nella squadra nerazzurra, e questo non aiuta e non dà serenità.
Anche dal punto di vista fisico l’Inter mi sembra in grande difficoltà.
Vanni Puzzolo