Questo blog nasce per completare le apparizioni televisive: la salita e discesa dal carro

Dunque, cosa succede, in tv? Beh, gli spazi sono limitati, ci sono dinamiche che non condivido e succede che su un tema non si può indugiare troppo. Se si perde l’attimo per intervenire, poi non si può più ritornare sul tema. Bisogna aspettare il proprio turno, oppure prenderselo, così ci sono opinionisti di serie A e di serie B, ovunque.

Esistono colleghi che hanno sempre ragione, che la vogliono sempre, che amano ostentare la propria appartenenza di nascita, la propria superiorità, forti di appoggi anche extragiornalistici.

Io sono per il dubbio. Lo sport smentisce i pronostici, tutto. Capita di sbagliare previsione, giudizio, io appena posso faccio ammenda. Per Pellè, per esempio, per il numero di gol un anno fa al Modena di Ardemagni. Fra Donadoni e Guidolin sul lungo periodo.

Esistono colleghi che interrompono spesso, che quando li si interrompe dicono “vorrei finire”. Che si sbilanciano in maniera eccessiva e poi fingono di dimenticarsi la previsione. Sparano sulle squadre avversarie, lontane dal loro uditorio.

Sono battutisti di prim’ordine. Veri giornalisti.

E poi c’è uno sport tutto italiano, la salita e la discesa dal carro dei vincitori. Vediamo adesso Prandelli, no? Molti giù dal carro, io no.

Certo, vedo anch’io colleghi troppo agiografi, ma che il Corriere della Sera lo paragoni a Schettino? Repubblica scrisse la stessa cosa di Capello quando lasciò l’Inghilterra. Ma scherziamo? Che uno non possa neanche dimettersi? Ha ragione Cesare, tutta la vita: non ho ammazzato nessuno. Il suo quadriennio azzurro resta da 6,5, certo è andato in calando.

Il quadriennio di Trapattoni è stato molto inferiore, 10 anni fa.

Poi la persona perbene non piace. Il fare pretesco. Ma fatemi il piacere. Stessa cosa Guidolin. L’arroganza, piace, quando si vince. L’arroganza.

Un insigne collega sostiene che Donadoni sbaglia a non parlare del Parma, a tacere. Aveva tutto il diritto di andare a parlare con la Lazio, il presidente Ghirardi diceva che avrebbe lasciato. Ha fatto qualcosa di straordinario e gli hanno dimezzato l’ingaggio. Ma stiamo scherzando?

Lo stesso collega gli dava lezioni tattiche. Raccontava che Cassano a gennaio sarebbe andato via senza problemi, visto che aveva iniziato male. Che Amauri non è un centravanti da serie A. Che Parolo non avrebbe giocato al mondiale. Che del Parma di due stagioni fa fra 20 anni nessuno si sarebbe ricordato.

Così, ineffabile. Tanto lo spettatore non si ricorda, tanto siamo tutti stupidi. Ecco, con me ha sbagliato indirizzo.

E’ divertente perchè mi dicono che non è elegante evidenziare gli errori, beh, sarà mica elegante la sua strafottenza. Il “i conti li facciamo alla fine”. “Ah, dopo queste risposte tu le scrivi”.

Ho sempre diviso i colleghi in bravi e simpatici e bravi antipatici, io preferisco essere scarso e non avere inventato niente.

Le lezioni tattiche e umane le lascio a chi ha inventato il calcio.

A chi 8 anni fa disse in tv: “Non abbiamo bisogno di impuffatori, qui ne abbiamo già avuti abbastanza”. E 6 mesi dopo quell’impuffatore presunto acquistò la società.

E non dico chi è perchè il filmato non è disponibile negli archivi, di quella tv.

Roba che se io mi fossi permesso di adombrare la stessa cosa, sarei stato querelato, comunque sarei stato dichiarato sgradito a vita.

Ma il bello del giornalismo, della vita, è questo. Sei redattore in una grande testata, ti cercano. Sei freelance, ti evitano.

Quel collega era convinto di avere l’esclusiva con Ancelotti, la biografia per fortuna l’ha scritta un caro, grande collega, diverso. Bravo e umile, disponibile e normale. Un signor giornalista.

E non importa se non fa polemica, se non fa pesare la sua appartenenza.

Questi sono i colleghi che preferisco. E ce ne sono tanti, di bravi e molto normali.

W l’agiografia, per usare il termine di Aldo Grasso.

La prossima volta ritornerò sul linciaggio subito a margine di Reggio Emilia-Siena, gara4, per difendere le mie scelte.

Perchè il calcio è il calcio e allora c’è la corsa a chi è più cattivo, mentre sul basket non si capisce perchè i temi caldi non si possono toccare. Ma questa è un’altra storia.

 

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