Questo pezzo sarebbe dovuto uscire due domeniche fa, lo recuperiamo qui, in ritardo.
Vanni Zagnoli
“Pozzecco, la prego, si contenga”. Silvio Berlusconi gli direbbe così. Il Pozz ha veramente bisogno di darsi una calmata, perchè da allenatore le sue bizzarrie diventano eccessi calcistici. E non è che ci faccia, per far parlare di Varese e creare attenzione mediatica (dunque nuovi sponsor) ci è e basta. Si lascia trasportare durante ma anche dopo la partita.
Dunque, due sabati fa la sua Openjobmetis con 24 punti di Rautins ha vinto a Brindisi, interrompendo a 6 la sequenza di sconfitte. Pozzecco aveva debuttato in serie A con due vittorie e nel derby con Cantù aveva fatto la show nell’esultanza, gasando il pubblico. Al PalaPentassuglia era squalificato perchè nel derby con Milano aveva fatto l’Hulk (il mostro verde dei telefilm anni ’80, non l’attaccante brasiliano), quasi strappandosi la camicia fuori dai pantaloni. In Puglia, il suo vice Ugo Ducarello è in conferenza stampa, con il resto dello staff fa irruzione e lo applaude a gran voce. Ovvia la reazioni stizzita dei giornalisti di casa, per la provocazione eclatante. Mai vista una sortita così singolare, di un tecnico squalificato. Evidentemente avrebbe voluto raccontare lui l’impresa dei biancorossi lombardi o magari è stato provocato da pubblico in tribuna. Ci sono attimi di tensione, calmati dall’intervento tempestivo del presidente dell’Enel Marino. Coach Ducarello è visibilmente in difficoltà, a gran voce è indotto a uscire dala sala stampa.
Era dai tempi di Bianchini e Peterson che un allenatore non catturava l’attenzione così, nella pallacanestro, per gli atteggiamenti. Un po’ magari fa bene alla promozione di questo sport, però se all’epoca i due coach battibeccavano fra loro (anzi, Dan alimentava così il suo personaggio, in ogni campo, contro gli arbitri), Pozz ce l’ha con i fischietti e pure i colleghi. A febbraio, il teramano Gramenzi, coach di Ferentino, lo accusò in conferenza stampa: “Mi ha messo le mani addosso”. All’epoca guidava Capo d’Orlando, poi ripescata in serie A.
Spesso, insomma, in lui prende il sopravvento la vena di personaggio di spettacolo, da cabarettista. Come nel presidente della Sampdoria Ferrero. In fondo Poz sino a un anno e mezzo fa era mattatore in radio, su 105, la domenica pomeriggio. Parlava proprio di calcio. Adesso però allena. A Varese poi è a casa sua, dopo lo scudetto della stella, nel ’99, e allora il presidente Cecco Vescovi e il dg Massimo Ferraiuolo gli perdonano tutto. Lo viziano.