La stella è nata l’anno scorso, la consacrazione è avvenuta ieri sera, a Madrid. Meeting non di Diamond league, ma in Spagna arriva il record italiano dei 100, 9”99, di Filippo Tortu. A vent’anni, compiuti da una settimana. Batte Pietro Mennea, 10”01 a città del Messico, nel 1979, e il velocista barlettano alla sua età non era così forte, nonostante il 6° posto agli Europei del ’71, a 19 anni, e il bronzo olimpico l’anno dopo. Sui 200, il 20”88 di Helsinki e poi il 20”30 di Monaco di Baviera non valgono quanto il meno 10” di ieri sera. E’ primato nazionale e primato di un personaggio destinato a essere fra i più amati dagli italiani almeno sino al 2030.
Perchè i 100 sono la specialità regina della regina degli sport e il re è finalmente nostro. Tortu è figlio di un sardo, di Tempio Pausania, Salvino lo allena e ha programmato questa abbattimento di barriera storica. Filippo vale il record europeo, in prospettiva, il 9”86 del portoghese Obikwelu e del francese Vicaut. Abbiamo il nostro Bolt, insomma, dalla fisicità normale, dalla personalità normale.
Tortu è un talento, soprattutto negli ultimi metri, in questo somiglia al primatista giamaicano. A 10 metri dal traguardo, «sembra che sia spinto da una molla».
Tortu sta all’atletica come Federica Pellegrini al nuoto e magari come Valentino Rossi al motociclismo e Tomba allo sci. Magari vincerà nulla, ma il potenziale è da primattore, può reggere sino al 2030, a Tokyo, Parigi, Los Angeles e magari sino al 2032, all’olimpiade successiva. E’ competitivo anche sui 200, nobiliterà la staffetta, è di una continuità impressionante, considerato il 10”04 di semifinale e trascina anche i compagni, sulla propria scia, come Jacobs.
Nella capitale iberica, Tortu è secondo solo al cinese Bingtian Su (9”91), sul rettilineo opposto, perchè il principale è chiuso. E’ il terzo bianco europeo a scendere sotto quella barriera affascinante, tipo i 20” nei 200 o i 44” nei 400, dopo il francese Lemaitre (9”98 nel 2010, poi a 92) e al turco-azero Guliyev (9”97 l’anno scorso). A Savona ha corso in 10”03, a Roma un centesimo di più. E’ il terzo europeo dell’anno, nella lista capeggiata dall’inglese Zharnel Hughes a 9”91.
«La gioia è indescrivibile – racconta -, sapevo di potercela fare, ma il record di Mennea era il sogno da bambino. L’obiettivo restano gli Europei».
La prossima settimana ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona proverà la 4×100, per contendendere l’oro a Gran Bretagna e Francia, in agosto a Berlino. Sui 200 vanta il 20”34 del Golden gala di un anno fa.
Filippo è cresciuto in Brianza, tifa Juve, studia economia alla Luiss, a Milano, ama i film di Christian De Sica e per la musica di Lucio Battisti.
Ieri, 44”69 di Bruno Hortelano nei 400, record spagnolo dopo 29 anni. A Buhl, invece, Germania, Tamberi apre la stagione outdoor con 2,20, mentre la compagna di allenamento ad Ancona, Alessia Trost, pareggia lo stagionale di 1.90. Ad Atene, Sonia Malavisi salta 4,36, nell’asta.
Vanni Zagnoli