E con la primavera arriva anche il periodo dei matrimoni. Tutti si sposano, tutti si amano. Durante il ricevimento, ai grandi tavoli imbanditi, le coppie fanno a gara per essere i prossimi, per l’amore più grande, la casa più bella o i figli più promettenti.
Peccato che i dati parlino di tutt’altro. Ai corsi prematrimoniali sono gli stessi parroci a fare da spauracchio: “la metà di voi, tra pochi anni, sarà separata!”. E come non ricordare l’amarezza di un’amica un poco più vecchia di me: “dieci anni fa si sposavano tutti, ora divorziano. Di tutta la compagnia, siamo rimasti in tre ancora coniugati!”.
E allora come si fa a credere ancora nell’amore? Come si fa ad indebitarsi per una vita intera per creare un nido da condividere? Come ci si ama a tal punto da rinunciare ogni giorno un po’ a sé stessi, fino a quando le due metà combaciano perfettamente?
Sono tante le domande che mi affliggono in questi giorni. Poi guardo mio nonno contare le pillole a mia nonna, come ogni pasto, e passargliele ad una ad una, assicurandosi che le ingerisca. Li guardo mentre si sorreggono vicendevolmente nelle difficoltà quotidiane, barcollando, ma sempre con il sorriso sulle labbra.
Luca si avvicina e mi stringe. Sa che non potevo mangiare il frumento ma l’ho fatto ugualmente. Ho bisogno di un massaggio per stare meglio?
Fidatevi di me, l’amore vero esiste.