L’intervista uscita un paio di mesi fa, sulla Gazzetta dello sport, di Francesco Pioppi
Reggio Emilia
Drake Diener, mvp e top scorer dell’ultima stagione regolare, lancia la rincorsa di Reggio Emilia ai campioni d’Italia. Lo fa chiamando in causa l’altro big man del mercato estivo reggiano, Darjus Lavrinovic, sin qui mai sceso in campo, ma sulla via del pieno recupero: «Vedo i suoi progressi, ci può dare una dimensione in post basso che adesso non abbiamo e che potrebbe mettere in difficoltà chiunque. Se riusciremo ad inserire bene anche Darjus potremo giocarcela con Milano».
Desio Il lituano, fuori dopo l’operazione all’ernia discale, dovrebbe tornare in campo fra 10 giorni, in tempo utile per le Final Eight di Coppa Italia, competizione che nella scorsa edizione è stata conquistata proprio da «ManDrake», con la maglia di Sassari: «Vince la squadra che è più calda durante quei tre giorni, Milano forse è la favorita, ma lo era anche l’anno scorso e poi noi li abbiamo sorpresi. Niente sconti a nessuno, andiamo per vincere il trofeo».
Spinto verso sogni ancora più arditi, la guardia di Fond Du Lac non vuole pronunciare la parola scudetto ma fa un paragone intelligente e segnala strada da percorrere: «Negli scorsi playoff l’Olimpia sembrava imbattibile, ma Siena è andata molto vicina a farcela: quello credo che debba essere un modello per chi vuole sfidarli». Un traguardo per cui sta modificando anche il proprio stile di gioco: «Mi è stato chiesto di giocare alcune situazioni da playmaker ed è un ruolo che mi piace, la squadra non ha sempre bisogno del mio tiro, l’importante è la leadership: questa è la mia missione».
EREDI Se gli chiedete chi è la sorpresa del campionato non ha dubbi: «Amedeo Della Valle: ha un talento incredibile ed è bravissimo a subire fallo ed andare in lunetta, una cosa che non si può insegnare. Mussini? Il 50% dei suoi limiti su un campo da basket sono fisici, quando crescerà farà sempre la differenza». Se guarda al suo passato non c’è spazio per i rimpianti: «Certo quando ero più giovane ho sognato l’Nba, ma sono soddisfatto di quello che ho fatto nella mia vita e di essere venuto in Italia, dove ho vinto tante partite».
Ma un’occhiata in Nba la butta, pensando all’exploit di Klay Thompson: «E’ stato fantastico, perché fare 37 punti in 12′ con 9/9 da tre è qualcosa di incredibile, ma chi lo marcava? Conosco diversi allenatori qui in Europa che gli avrebbero mandato un lungo per fargli sentire i gomiti e forse avevano anche ragione, ok?». Nulla da eccepire.
Sposato con Virginia, da cui ha avuto i piccoli Lou di 3 anni e June di 1, quando non è impegnato a fare canestro, Drake Diener gioca a golf: «Mi piace la pressione che c’è prima di ogni tiro, hai il tempo per pensare e non puoi sbagliare così il tuo movimento deve essere perfetto, vado fuori di testa se non riesco a ripetere il colpo che mi è venuto il giorno prima».
Cucina. Nei suoi 9 anni in Italia ha imparato ad amare anche la cucina diventandone un esperto: «In ogni posto in cui vai qui c’è un piatto particolare a Teramo c’erano gli spaghetti alla chitarra e gli arrosticini, a Sassari il porcetto, mentre a Reggio ho scoperto i tortelli di zucca, i miei preferiti, e so che i cappelletti migliori sono quelli in brodo».
Nel suo futuro c’è probabilmente una carriera da coach, esattamente come il padre ed il cugino Travis assistente allenatore a Marquette: «Ci sentiamo sempre, con lui c’è un rapporto bellissimo anche se ultimamente ci vediamo raramente. Il sogno sarebbe quello di allenare, perché immaginare la mia vita senza basket è difficile, ma ho anche una famiglia a cui voglio dare stabilità, deciderò solo fra un po? di tempo: voglio ancora divertirmi tanto»