L’integralità del pezzo di oggi sul sito dell’assocalciatori, ridotto a notizia a questo link.
http://www.assocalciatori.it/area-news/2015/consiglio-federale-varate-nuove-norme/
“La filosofia è curare il malato senza farlo morire”. La metafora del presidente della Figc Carlo Tavecchio stavolta sembra azzeccata, perchè il calcio italiano approfitta del caso Parma per riformarsi, per evitare che società continuino a perdersi per strada e a lasciare debiti. Il sistema pluriennale è stato approvato all’unanimità dal consiglio federale per l’iscrizione al campionato di serie A ed entro un paio di settimane dovrebbe toccare anche serie B e Lega Pro.
Chi vuole acquistare almeno una quota del 10% di una società, deve mostrare onorabilità e solidità finanziaria. Quanti sono stati condannati a una pena superiore ai 5 anni, non possono più avvicinarsi a società calcistiche. Idem chi ha è stato condannato per reati legati alle scommesse clandestine (legge 401 del 1989) e al doping (legge 376 del 2000). Staranno lontani dai club anche quanto sono stati condannati per truffa e appropriazione indebita. E poi verrà effettuata la verifica antimafia, tramite il ministero dell’Interno.
SOLIDITA’ ECONOMICA. Da quanto punto di vista occorre la garanzia di una banca di primaria importanza, nazionale o estera, che attesti la solvibilità, senza dimenticare la tracciabilità delle risorse finanziare.
PIANO PLURIENNALE. Si cerca l’equilibrio economico-finanziario con il pareggio di bilancio dal 2018-19. Entro la prossima stagione, invece, i club dovranno pagare i debiti verso le società estere per il trasferimento dei calciatori e gli stipendi per gli altri dipendenti. Tre sono gli indicatori di controllo dell’equilibrio finanziario: la capacità dei club di far fronte agli impegni finanziari entro 12 mesi, l’indebitamente generale e il costo del lavoro allargato.
Le società che non rispondono ai requisiti nel 2015-’16 saranno obbligate a presentare un piano di riequilibrio. “E nel 2016-2017 subiranno il blocco della campagna trasferimenti”, spiega il dg federale Michele Uva. A meno che non producano un saldo positivo finanziario. Nel 2017-’18 questo sistema sarà valido per l’ammissione al campionato, nel campionato successivo invece servirà il pareggio di bilancio.
REAZIONI FEDERALI. Il presidente Tavecchio parla di consiglio storico: “Con questo monitoraggio andremo a conoscere anche le situazioni interne alle singole società. Ora procederemo alla riforma dei campionati: l’ideale sono 18 squadre in A, per esaudire le richieste del ct Conte per la nazionale, e la B a 20, poichè con 22 è di difficile mantenimento”.
PARMA: DUE FONDI CANADESI E ALTRE PENALIZZAZIONI IN ARRIVO. Intanto il Parma spera di ripartire dalla serie B, anzichè dalla D, grazie a due fondi canadesi che sarebbero interessati: sono Omers Private Equity e Alberta Investment Management Corporation.
La squadra ha già perso tre punti a tavolino, rischia di battere ogni record negativo perchè il procuratore federale Stefano Palazzi raccoglie le segnalazioni della Covisoc relative a due violazioni per il semestre luglio – dicembre del 2014: “Per non aver documentato l’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti ai tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori. Per non avere documentato l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps”. Deferita la società a titolo di responsabilità diretta e gli amministratori pro tempore Leonardi e Manenti.
DONADONI E I CALCIATORI CROCIATI SONO DISPONIBILI A SACRIFICI: LE PAROLE DEL VICECAPITANO MASSIMO GOBBI.
A Collecchio, Massimo Gobbi aveva fatto il punto sulla vicenda, partendo dal colloquio di lunedì a Roma con il presidente Tavecchio.
“L’incontro è stato positivo, poi lo dirà il tempo. Con Tavecchio abbiamo parlato della nostra situazione, già due punti da noi proposti sono all’ordine del giorno del consiglio federale. Si parla di alcune regole che devono essere cambiate perché in futuro non succeda più quel che è successo a Parma”.
Con i curatori Anedda e Guiotto, i calciatori ancora non hanno parlato del debito sportivo. “Quando è iniziata la procedura fallimentare sapevamo comunque che c’è questo aspetto da affrontare. Io sono disponibile come penso anche gli altri che sono qui al Parma. La scelta di continuare a giocare è perché c’è la speranza che si salvi il club e tutti quelli che ci lavorano. Entro il 15 aprile i curatori dovranno dire se si andrà avanti o no, peraltro sono ottimisti”.
Alla ripresa del campionato ci sarà l’Inter, il Parma deve ancora pensare se giocare. “Vigileremo, siamo pronti a tornare a Roma e a ridiscutere affinchè le nostre richieste vadano a buon fine poi con le società in Lega”.
LA DELUSIONE DEI GIOCATORI CROCIATI.
“Sono stati mesi molto difficili – osserva Gobbi -, in cui abbiamo pensato principalmente a cosa extra calcio piuttosto che al campo. Giunti a questo punto vogliamo che siano serviti a qualche cosa. Per chi li ha vissuti sono stati davvero un incubo, stiamo agendo affinchè non si ripetano più, né qui né altrove. Mi sento molto tradito da chi ha amministrato il Parma fino a qui e anche a livello umano. Spero che indagini vadano avanti perché chi ha portato il Parma allo sfascio paghi. Più di una volta abbiamo pensato che potesse finire tutto, c’erano giorni magari più positivi e altri molto negativi. In campo abbiamo sempre fatto il possibile e cercheremo di farlo sempre: come domenica sul 2-0 per il Torino”.
IL FUTURO. Gobbi è in scadenza di contratto, in serie B potrebbe restare. “Mi libererò in ogni caso, ma valuterò il futuro. I dilettanti? Non lo so, nella mia condizione potrei già sentire e valutare tante offerte. Ma non ci sto pensando perché in questo periodo siamo completamente immersi in una condizione straordinaria: siamo in una società fallita, c’è una procedura provvisoria, stiamo discutendo le norme e poi ci sono le partite”.
Domenica i tifosi del Parma hanno intenzione di andare a Carpenedolo, al paese dell’ex presidente Ghirardi, per protestare. “Penso sia comprensibile – osserva il vicecapitano crociato -. C’è rabbia nei confronti di chi ha gestito la società sino a portarla a questa situazione. Abbiamo avuto più confronti con le rappresentanze dei tifosi e spiegato le ragioni: è comprensibile la loro voglia di combattere le istituzioni nel modo più eclatante. Neanche la nostra decisione di continuare a giocare è stata immediata, si è discusso. Giochiamo per salvare il Parma, chi ci lavora e soprattutto il settore giovanile che è il patrimonio più grande. Sono qui da 5 anni e, escluso la scorsa stagione, eccezionale, mi sono battuto alla morte per salvarlo in serie A. Ora continuiamo a giocare per provare a cambiare le norme e salvare il Parma in B”.
TAVECCHIO: “E’ UN’OTTIMA NOTIZIA LA DISPONIBILITA’ DEI GIOCATORI A NEGOZIARE IL DEBITO”.
Il debito sportivo del Parma è di 72 milioni, di cui 63 nei confronti dei calciatori. “Il debito – osserva il presidente Tavecchio – è però negoziabile, come ad esempio avvenne per il Siena che concordò per il 35%. Il Parma può già considerare in cassaforte quei 5 milioni promessi dalla Lega”.
Va però sottolineato che il sacrificio dei calciatori del Siena non è bastato a salvaguardare la serie B, considerata la ripartenza dalla D.
Vanni Zagnoli