Vanni Zagnoli
E’ Verona la capitale del calcio italiano. Perchè alle salvezze di Chievo e Verona, con 5 giornate d’anticipo, segue lo scudetto dell’Agsm Verona, l’ex Bardolino, che ha cambiato nome per l’ultima volta due stagioni fa. Dunque per il 3° anno di fila ci sarà nuovamente il derby scaligero in serie A, la città di Romeo e Giulietta però è in festa per il ritorno dello scudetto femminile, dopo 6 anni.
La Torres veniva da 4 titoli in sequenza, la scorsa stagione vinse Brescia, con Milena Bertolini in panchina, e stavolta è finita seconda per un punto.
Le scaligere hanno resistito, nella penultima giornata, all’assalto del Mozzanica (terza forza del campionato) vincendo di misura davanti ad oltre 1500 tifosi veronesi: l’entrata è gratuita, all’Agsm Olivieri stadium, alle spalle del Bentegodi, con capienza da 3mila posti.
Nell’ultima gara, le gialloblù sono state seguite da 200 tifosi a San Zaccaria, in provincia di Ravenna, per il 3-1 che ha consegnato il titolo, mentre Brescia vinceva a Roma per 1-0.
A marchiare il tricolore veronese ci hanno pensato Tatiana Bonetti e poi Melania Gabbiadini, sorella maggiore di Manolo, l’attaccante arrivato in semifinale di Europa league con il Napoli. A due minuti dalla fine è arrivato anche il sigillo di Patrizia Panìco, 40enne capocannoniere con 34 reti e un solo rigore.
Si segna tanto, nel calcio femminile. Al secondo posto fra le marcatrici c’è Cristiana Girelli (Brescia) a quota 27, poi Paola Brumana (Tavagnacco) e l’altra bresciana Daniela Sabatino.
Le straniere in serie A sono poche: la magiara Lilla Sipos (14 reti, Verona), con 10 gol c’è la scozzese Lana Clelland (Bari), a 6 Paula Serrano, spagnola della Torres.
LA ROSA CAMPIONE.
Nel roster delle campionesse, il portiere è svedese, Stephanie Ohrstrom. La difesa è a prevalenza veneta, con le esterne Claudia Squizzato, bassanese, Michela Ledri, veronese; al centro Cecilia Salvai, piemontese, e Federica Di Criscio, abruzzese di Lanciano.
A centrocampo, Naila Ramera, milanese, la svizzera Sandy Maendly (sostituita dalla torinese Marta Carissimi per gran parte del campionato, a causa di un grave infortunio) e la magiara Sipos. In avanti il tridente formato dalla pavese Tatiana Bonetti, dalla bergamasca Melania Gabbiadini, 32 anni, e dalla romana Patrizia Panico.
In rosa anche Ilaria Toniolo, portiere padovano di 18 anni; per la difesa i cambi sono Desirè Marconi, veronese, e Camilla Pavana, trentina. Per il centrocampo, la vicentina Lisa Dal Bianco, la trentina Carlotta Baldo. In avanti Martina Gelmetti, pure veronese, 19enne che da grande vorrebbe lavorare con i disabili, Silvia Fuselli, 34enne livornese, e Alessandra Zangari, veronese di origine russa.
Sei ragazze avevano già scudetti all’attivo: Panico (10 titoli), Fuselli e Gabbiadini (5), Ledri (4) e Maendly (3), mentre Carissimi nel 2014 si era aggiudicata il campionato islandese.
MISTER VINCENTE. Per l’allenatore Renato Longega è il quarto scudetto della carriera, tutti conquistati a Verona. “Era l’obiettivo prefissato – racconta il 56enne tecnico imolese, a Verona da quando aveva 5 anni -, ma difficilissimo, centrato con umiltà e buon gioco, con il miglior attacco, 110 reti segnate, e la miglior differenza reti, +88. Ci hanno trascinato Bonetti, Gabbiadini e Panico, che per un certo periodo non era più riuscita a segnare. Mi auguro che l’Agsm possa aprire un ciclo”.
La mattina Longega fa l’agente di commercio, dedica ogni pomeriggio al calcio femminile. Sposato con Cristina, veronese di 47 anni, ha due figli: Luca, 21enne studente di scienze motorie a Verona, e Giorgio, 16enne campione italiano fioretto nella under 16.
Come vice, Longega ha scelto una donna, Fabiana Comin, 45enne ex portiere della nazionale, già tecnico del Venezia, in A, e ora guida della primavera veronese. Fra le allenatrici del massimo campionato, a parte Milena Bertolini, spiccano Nazarena Grilli (Mozzanica), Sara De Filippo (Tavagnacco) ed Elisabetta Cardone a Bari.
MISS GABBIADINI.
Melania Gabbiadini viene da due premi come miglior giocatrice del campionato, mentre Manolo con 12 reti è il terzo cannoniere nella storia dell’under 21, dietro a Gilardino (19) e Pirlo (16).
“Mio fratello – racconta lei – è mancino, io sono destra e gioco in fascia: non importa quale, faccio la punta nel 4-3-3”.
Manolo è alto uno e 86, lei uno e 64.
“Sono più sgusciante, lui ha più classe. Siamo bergamaschi, di Bolgare, paese di 5mila abitanti. Io mi ispiro a Lavezzi, Manolo a Milito, anche se viene paragonato a Gigi Riva. Da bambino voleva essere forte come me”.
Da piccoli i fratelli Gabbiadini andavano spesso in bicicletta. “A due anni gli si incagliò un laccio nella pedivella e rovinò a terra, è come se l’avessi battezzato… E ho l’hobby dei tatuaggi, gli avevo fatto tre stelline. Gli ho insegnato a restare umile: entrambi siamo molto riservati, in quel che fa è davvero costante, a volte troppo testardo. Anche lui ha esultato per il mio scudetto. E’ speciale dopo 6 anni dall’ultimo, sudato sino alla fine”.
STUDENTESSE, PROFESSIONISTE E LAVORATRICI.
Il movimento è dilettantistico, le 17 in rosa però vivono di calcio, a parte due: Marta Carissimi lavora a Torino nell’azienda del padre, il portiere Ohrstrom gestisce il Bubble football Verona, insieme al fidanzato Jonatha Basile: lì si gioca a calcio su bolle gonfiabili, in palestra o su un campo da calcetto.
Tre ragazze studiano alle superiori, Baldo e Toniolo sono brillanti, in 4^, mentre Marconi dà la maturità.
Cecilia Salvai è fidanzata con Marco Borgese, preparatore atletico della primavera femminile, e studia economia e commercio all’università.
Per arrivare al titolo, sono serviti 5-600mila euro. Li ha messi il presidente Stefano Bressan, titolare delle Brema, azienda di energie rinnovabili a San Giovanni in Lupatoto, nel Veronese.
Domenica 17 maggio c’è stata la passarella al Bentegodi, durante l’intervallo di Verona-Empoli 2-1. C’erano tutte esclusa Panico, tornata a Roma. “Se la società allestirà una buona rosa, per la Champions league, potrei continuare per un’altra stagione”.
Tantopiù che la prossima finale sarà a Reggio Emilia, in parallelo alla finale maschile, a Milano. L’italiana che ha fatto più strada è stato il Bardolino, nel 2007-08, con la semifinale persa contro il Francoforte.
LA CLASSIFICA.
Verona 67 punti, campione, in Champions;
Brescia 66 (in Champions);
Mozzanica (provincia di Bergamo) 56.
Firenze 48;
Tavagnacco (Udine) 47;
Torres (Sassari) 45;
Res Roma 38;
Riviera di Romagna (Ravenna) 35;
San Zaccaria (Ravenna) 28;
Retrocesse in B: Cuneo 24;
Como 22;
Pink Bari 15;
Pordenone 15
Orobica (Bergamo) 8.
Il Riviera di Romagna retrocede dopo aver perso il play-out con il San Zaccaria.
GLI SCUDETTI PER SOCIETA’
- Torres: 1994, 2000, 2001, 2010, 2011, 2012, 2013
- Agsm Verona (ex Bardolino Verona): 2005, 2007, 2008, 2009, 2015
Lazio: 1979, 1980, 1987, 1988, 2002
- Milan: 1970, 1973, 1975, 1999
- Alaska Lecce: 1981, 1982, 1983
Trani 80: 1984, 1985, 1986
Reggiana: 1990, 1991, 1993
- Gamma 3 Padova 2: 1972, 1973
Valdobbiadene: 1976, 1977
Modena: 1997, 1998
Foroni Verona: 2003, 2004
- Brescia: 2014
Fiammamonza: 2006
Verona Günther: 1996
Agliana: 1995
Milan 82 Salvarani: 1992
Giugliano Campania: 1989
Jolly Cutispoti Catania: 1978
Falchi Astro Montecatini: 1974
Real Juventus: 1971 (Ficf)
Gabbiani Piacenza: 1971 (Ffigc)
Real Torino: 1970 (Ficf)
Roma Lido: 1969 (Ficf)
Genova: 1968 (Ficf)
Bologna: 1968 (Uisp)
SCUDETTI PER CITTA’
Verona 8, Sassari 7, Roma
6, Milano 5, Lecce, Trani e Reggio Emilia 3.
Scudetti per regione
Veneto 12
Lombardia, Emilia-Romagna e Sardegna 7
Lazio 6
Piemonte, Toscana 2
Liguria, Sicilia, Campania 1