Lo striscione di ultras del Modena contro Vanni Zagnoli. La solidarietà di Aser, non di Gergs, nè di Odg

Grazie al presidente Paolo Maria Amadasi per avere solidarizzato con l’editore di vannizagnoli.it, con il giornalista professionista Zagnoli, tessera n° 85099, dal 1999, pubblicista dal 1993. Dal ’90, solo giornalismo, non marketing, rarissimi uffici stampa e solo nei primi anni.

Grazie al direttore dell’associazione stampa Emilia Romagna, non a Gergs, il gruppo regionale dei giornalisti sportivi, capeggiato da Paolo Reggianini, che invece aveva solidarizzato con Gabriele Majo, di stadiotardini.it, e, anni fa, stigmatizzato, grazie a Giuliano Veronesi, il comportamento dell’allora pr della Spal, Enrico Menegatti, antagonista della prima ora di Zagnoli, mai accreditato, nelle sue 6 stagioni a Ferrara.

Ancora più amareggiante è il silenzio dell’ordine dei giornalisti, del presidente Silvestro Ramunno – arriverà la sua solidarietà a titolo personale, non aveva letto il comunicato di Aser, inconsueto -, dei consiglieri, del collegio di disciplina, così solerte nell’aprire procedimenti disciplinari nei confronti di Zagnoli, così solerte nell’evidenziarne i comportamenti teoricamente maleducati e mai, invece, voglioso di difendere l’ex re dei freelance della regione.

Il problema non è lo striscione, non sono i tifosi del Modena, ovvero alcuni ultrà che non perdonano a Zagnoli di avere pubblicato su youtube le immagini dell’aggressione alla polizia, alla digos, nel parcheggio del Mapei – Città del tricolore, dopo Sassuolo-Modena, a seguito delle provocazioni di giovani nordafricani, di baby gang che avrebbero dovuto passare almeno una notte in carcere.

Il problema è il dileggio, sono le frasi omofobe, machiste, sessiste che da sempre accompagnano Zagnoli, sono atteggiamenti inaccettabili, di custodi, di addetti alla sicurezza e soprattutto di giornalisti, professionisti.

Il problema sono i 6 anni e mezzo di silenzio al Parma calcio, il divieto di entrare al centro sportivo di Collecchio, per qualsiasi motivo.

I 16 mesi di mancato accredito al Sassuolo, mentre il custode del Mapei, l’albanese Iller, si è rivolto così, in sala stampa, alla Reggiana, quando Zagnoli era accreditato. “Vanni sei dimagrito, Vanni mangia”. E poi “Vanni, scopa”. Nessuno si è scusato con Zagnoli.

I 4 anni di mancati accrediti dalla Virtus Bologna, grazie a Jacopo Cavalli, per impederci di porre domande per ultimi, dal comune di Reggio Emilia – Mario Gobbi, per il quale, caso unico, la Gazzetta di Reggio 30 anni e passa fa scioperò, quando egli era collaboratore: idea di Luisa Gabbi, poi ingaggiata da Gobbi a ufficio stampa a Reggio – gli ormai 7 dai teatri di Reggio Emilia – Mario Vighi prima, Francesca Severini dopo la sua scomparsa, il mai accredito dall’Olimpia Milano basket, grazie a Claudio Limardi.

Il divieto di entrare al Modena volley, neanche pagando il biglietto, l’impossibilità di entrare al PalaPanini neanche per una serata gratuita con un guru che vendeva felicità.

“Devo pensare agli altri giornalisti, non a Zagnoli”, la difesa del presidente Ramunno.

In silenzio di fronte ai mancati accrediti da sempre di Piacenza volley, salvo distrazioni – decisione del dg Zlatanov , e pure al Monza volley – Dario Keller, a Verona – Damiano Beltotto che presentò un esposto durissimo all’ordine, fortunatamente archiviato , persino a Milano, dove il pr Paolo Annoni dichiara: “Non ti posso accreditare, al massimo potrei regalarti un biglietto ma se poi fai attività giornalistica no, in tanti mi hanno suggerito di non accreditarti”. Ovvero quegli stessi simpaticissimi pr.

Parliamo di uno sport, purtroppo, in cui i giornalisti sono pochissimi e quasi nessuno professionista e, soprattutto, nessun sito ha il roc.

In una marea di contesti vengono accreditati semplici tifosi, appassionati, non giornalisti. In serie B, la Reggiana accredita vari giovani che sostengono di avere iniziato il percorso da pubblicista, assolutamente falso poichè, purtroppo, quasi nessun sito paga le collaborazioni.

Pensate la differenza con il Parma che accredita in tribuna stampa ogni giornalista, persino il social media manager, ex ufficio stampa unico, della Reggiana, Marcello Tosi, a seguire la partita a titolo personalissimo.

Pensate la differenza con il Parma che accredita anche non testate, semplici blogger.

Assostampa, Ordine e Gergs dovrebbero intervenire per evitare i figli e i figliocci, i pass auto alle grandi testate, ai grandi personaggi in pensione, mentre chi è provvisto di roc deve impazzire per non parcheggiare troppo lontano.

Dovrebbero battersi con le società ospitanti gli eventi perchè si possa restare a scrivere con calma, senza pressione, in sala stampa, anche oltre le 2 ore, persino 3 ore, se serve, senza pressioni che iniziano dalla fine della conferenza stampa.

Pallacanestro Reggiana non accredita più Zagnoli da 20 mesi, ormai, con scuse, mentre accredita non giornalisti, una bellissima che presenta il premio Reverberi, Maria Federica Tromellini, l’oscar del basket e che fa una bella trasmissione su youtube.

Il divieto di riprendere luoghi iconici, stadi e palasport, pieni e vuoti, di effettuare riprese a familiari di sportivi: Reggiana, Sassuolo, basket.

Soprattutto, il divieto di effettuare domande di pensiero nazionale: “E’ il post partita, si parla della partita, in conferenza stampa”, rispondono generalmente i pr di Sassuolo e Reggiana, soprattutto. “E’ il prepartita, se devi venire a chiedere dei massimi sistemi, non venire”, Sassuolo calcio.

Mentre interviste esclusive vengono riservate a giovani, a non testate, a influencer, a social media, a zuzzurelloni, a canzonatori di professione.

Memorabile agli Europei di nuoto 2022, a Roma. Solo 1-2 domande in mixed zone, anche a nuotatori di terzo piano, divieto di effettuare riprese, al massimo audio. “Fermati con lei, una volontaria che ha un blog”.

Questa è l’Italia. Degli amici, della gentilezza, delle schiene non dritte, dei giornalisti, al contrario di quanto dicono da decenni i presidenti della repubblica.

I sindacati, le associazioni, dovrebbero tutelare i precari storici, non i pensionati, non i raccomandati, non le bellissime, invece succede che proprio Paolo Reggianini a Rivetti, figlio del presidente, chiede, di fatto, sostenendo che la sua famiglia non sa dirigere un club, mentre Andrea Ligabue, Carlino Reggio, affonda la Reggiana e chiede di spendere sul mercato. Loro lo possono fare, Reggianini è Trc Modena, Gazzetta dello sport da pensionato, era Carlino, è Ansa, Zagnoli invece è un blogger. Peccato abbia il roc, registro operatori della comunicazione, che abbia l’autorizzazione della Lega di serie B, come quasi nessun sito ha.

E invece arriva l’ironia di Reggianini, in sala stampa, a Modena, contro Zagnoli.

Chiunque può scrivere oggi su Carlino e Gazzetta, non Zagnoli. Perchè rompe. Non è servile. Il primo requisito è il servilismo, nei confronti delle redazioni e delle società sportive. A meno che sei Reggianini, pensionato, freelance da redattore – strano, firmano l’esclusiva, con il gruppo Riffeser Monti – o il redattore di Carlino Reggio.

La riflessione parte da lontano. Diletta Leotta non è pubblicista, che diritto ha di raccontare in video, per ore, i migliori personaggi dello sport italiano? Facile, con wikipedia, bisognerebbe anche sapere ciò di cui si parla.

Esiste un frame a radio 105, in cui un tecnico è nudo davanti a lei e a Belen Rodriguez e sta facendo una certa cosa. Che bello spettacolo, eh? Educativo, soprattutto.

A Parma la sala stampa è zeppa di poliziotti, in particolare, non abbiamo controllato se anche delle altre forze dell’ordine, caso unico. Addirittura, domenica, per Parma-Verona, hanno chiesto cibo, mentre quello per i giornalisti finisce presto, curioso, no. L’hanno ottenuto.

Che ci fanno 30 poliziotti in sala stampa? E fra l’altro hanno impedito di raccontare la curva dell’Hellas in arrivo?

E anche, il dirigente, si è rifiutato di far registrare l’uscita su richiesta di Zagnoli, impossibilitato a lasciare la sala stampa per non perdere le conferenza del Verona. “Deve chiedere il permesso al questore”. All’arrivo, Zagnoli ha visto regolarmente, all’arrivo dei tifosi ospiti, degli ultras, Annarita Melegari e Michele Ceparano, fotografa e redattore di cronaca di Gazzetta di Parma. “Ma loro non fanno video”. Dipende, se ci fosse tensione magari sì, la fotografa di sicuro scatta, no? Ma restiamo ai figli e figliocci, agli inviti e ai non inviti.

Ci riproveremo, all’arrivo, con o senza accredito.

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