Il Gazzettino. Roma-Inter 0-1, Juric non demerita, decide un errore di Zalewski

(raiplay.it)

Vincere all’Olimpico con la Roma è un segnale di forza, per i campioni d’Italia. A primavera si imposero lì, dopo essere stati comunque messi alla frusta dalla squadra di De Rossi, adesso con Juric la resistenza è stata superiore.
Senza Calahnoglu non è la stessa Inter, anche se entra Frattesi, protagonista in azzurro ma in panchina con i campioni d’Italia. Confermarsi è dura, non è detto che il Napoli e la stessa Juve arrivino dietro, mentre il Milan al momento non è vicino. Confermarsi è dura, l’importante sarebbe fare strada in Champions, nel nostro personalissimo cartellino, direbbe il 90enne Rino Tommasi, conterebbe di più una semifinale di Champions, non per i tifosi in genere, davvero sensibili solo ai trofei, non ai piazzamenti. Simone Inzaghi non è probabilmente ancora ai livelli di Antonio Conte, magari è più gradevole come gioco, da sempre, tuttavia ha poco del tremendismo del tecnico del Napoli, sul quale ha ragione il presidente de Laurentiis: “E’ fra i primi 5 al mondo”.
Anche Juric è competitivo, alla prima grande avventura della carriera, la Roma gioca e regge con il pressing alto. Le occasioni partono da Mkhitaryan, in verticale per Lautaro, sponda per Thuram e Svilar replica. Replicano anche i giallorossi, con il tirocross di Pellegrini a sorprendere Sommer, con palla a sbattere sul palo. Un legno anche per Mkhitaryan, ex che ha fermato il tempo. Si fa male anche Acerbi, De Vrij dalla scorsa stagione ha perso il posto ma non è inferiore. L’olandese ferma Dybala. Che all’intervallo aziona Pellegrini, il destro è respinto dal portiere svizzero.
Azione giallorossa alla ripresa, Celik trova la schiena del compagno Dovbyk. A tratti, la Roma sembra il Verona di Juric, eccellente, come il Crotone in serie B, ma non il Genoa. Al di là del De Rossi bandiera, il tecnico croato non è inferiore. Nel momento migliore dei romanisti, Zalewski incepisca, Frattesi vola verso l’esterno, sul cross Celik tocca corto, Lautaro trova l’incrocio con la collaborazione di Dybala. Il posticipo si apre, Dovbyc sbaglia il colpo di testa, era l’occasione migliore per il pareggio. Svilar dal canto suo devia il destro di Dumfries in controfuga. Pisilli alimenta l’offensiva capitolina, l’unico squillo vero è il sinistro di Soulè respinto di lato da Sommer. Piace peraltro questo calcio intenso, fisico e vertiginoso nel ritmo, con 32 attori, in campo, ormai si effettuano regolarmente tutte e 10 le sostituzioni. E pensare che nel 1966 in Inghilterra l’Italia perse con la Corea del Nord anche perchè in 10 per l’infortunio a Bulgarelli, all’epoca non c’erano proprio i cambi, durante le gare, era un altro sport. 
La Roma gioca meglio rispetto all’èra Mourinho, eppure l’Olimpico non è più esaurito, certi nomi non fanno sognare. Convincono le seconde linee interiste, Bisseck e soci, serve la prontezza di Svilar ad arginare Dumfries. Neanche c’è bisogno del miglior Barella, quello servirà in Champions, dagli ottavi, per evitare di uscire presto, come con l’Atletico Madrid. Ah, la Roma potrebbe puntare sull’Europa, sulla coppa Italia, resta tuttavia fra i 9 club a inseguire il 5° posto, ovvero la Champions. Nel 1980 l’Ascoli neanche andò in Europa, da quarta…
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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