di Vanni Zagnoli
“We all live in a yellow submarine, yellom submarine, yellow submarine”. Passa il Villarreal, è alla prima finale della storia, incredibile per un centro di 50mila abitanti, a metà fra Sassuolo (40mila) e Carpi (70). E’ una capitale della ceramica e insomma con il parallelo ci siamo, con il mondo Mapei, con una differenza: che in Europa i neroverdi non sono andati oltre la fase a gironi, nell’unica qualificazione ottenuta, mentre la squadra di Vila-Real si è fermata spesso alle porte della finale, anche in Champions.
A Londra tiene lo 0-0, concede due legni ma non tanto altro, nei 180’ stramerita, perchè all’andata poteva essere 3-0, anzichè 2-1. O almeno 3-1, via, e sarebbe stato meno tribolato.
Unai Emery si conferma un fuoriclasse, per l’Europa league, con tre trofei e ora questa finale, con il Manchester United, che sicuramente partirà favorito. Il tecnico dal cognome turco meritava maggiore pazienza, al Psg e all’Arsenal, aveva fatto molto bene anche in avvio di carriera, fra Almeria e Valencia.
“We all live in yellow submarine”, la formazione valenciana è detta il sottomarino giallo da sempre, da quando aveva Pepito Rossi e Riquelme, c’è da tifarlo perchè è una realtà lillipuziana, nel calcio miliardario di oggi, uno schiaffo alla superlega.
C’è da tifarlo, se non altro perchè spezza il monopolio dell’Inghilterra, che con la nazionale vanta solo il mondiale contrastato del ’66 e mai altre finali, mentre a livello di club ha spadroneggiato spesso, meno in questo decennio.
Esce l’Arsenal, fermo a due trofei continentali, Arteta neanche è detto che resti, dall’addio dell’infinito Wenger (22 stagioni di fila) potrebbe arrivare un quarto allenatore, dal 2018, insomma uno diverso per annata.
I gunners non dispiacciono, nel primo tempo si fermano al palo di Aubameyang, esterno su punizione.
La ripresa è più emozionante, con l’occasione per il biancorosso Pepè, l’uscita a vuoto di Rulli, non trasformata da Smith Rowe, con l’errore di Moreno, che manca lo 0-1. L’altro legno a 11’ dalla fine, sempre con Pierre Aubameyang 32 anni, gabonese passato dal Milan, come il fratello Catilina, visto anche alla Reggiana, giovanile.
Il tambureggiare finale è davvero serato solo in due situazioni, Mario Gaspar e compagni sono indomiti, resistono. Gli inglesi devono accontentarsi di monopolizzare la finale di Champions, chissà come andrà la prossima stagione, con il ritorno della terza coppa, la Conference, con Roma o Sassuolo, molto difficilmente Lazio o Napoli.
La finale di Europa league sarà a Danzica, mercoledì 26 maggio, lo United cercherà il 9° trofeo internazionale della storia, alzò questo appena 4 anni fa, con Mourinho. Il Villarreal vanta appena due coppe Intertoto, l’allenatore Emery 7 titoli nazionali e quelle 3 Europa con il Siviglia, in sequenza.
Quindici anni fa, l’argentino Riquelme sbagliava il rigore del passaggio in finale, per il Villarreal, a beneficio dell’Arsenal. Dietro la porta di Lehmann c’era Pau Torres, difensore, oggi, all’epoca aveva 9 anni, e pianse per l’eliminazione. Stasera è stato fra i tanti primattori. Servirà una superprestazione anche fra 20 giorni, della 6^ in classifica nella Liga, contro la seconda della Premier, ma si può fare.
“We all live in a yellow submarine”, cantavano i Beatles, inglesi come Arsenal e Manchester United. Sarà una bella sfida, tra gialli e diavoli rossi, fra Ue e Brexit…
Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”