Da Ilmessaggero.it, inserito da Mimmo Ferretti
di Vanni Zagnoli
Reggio Emilia
Un pizzico di delusione, per due squadre considerate tra le più spettacolari d’Italia. Il Sassuolo al Mapei fatica terribilmente, si era già fatto imporre il pari dal Frosinone, dall’Atalanta e da varie altre squadre. D’accordo l’imbattibilità, ma in ottica sesto posto sono tutte occasioni perse. Stava meglio un mese fa, quando la nebbia era impenetrabile. Il Torino è in ripresa, caratterizza il primo tempo, spinge a destra con Zappacosta, ha buone soluzioni da Immobile, che origina il gol azionando Benassi, il traversone trova libero Belotti, il quale tuttavia aveva spinto Peluso, all’inizio dell’azione. L’arbitro Celi perdona e impone al Sassuolo un recupero affannoso.
La reazione non è da Europa league, la diga torinista resiste, a parte al 40’. Biondini calcia da sinistra, Ichazo tradisce i suoi 24 anni e respinge corto, Gaston Silva non è pronto, Acerbi si diceva una volta è lesto a insaccare.
Il secondo tempo è abbastanza emiliano, con l’uscita del portiere su Sansone, un bell’arrembare di Duncan e il colpo di testa di Falcinelli. Non si capisce perchè Di Francesco non abbia mai puntato su Pavoletti, prolifico fin dalla Lega Pro e mai inferiore a Falcinelli. Al Mapei, la squadra di Eusebio Di Francesco non piace sempre in maniera incondizionata, così la prima Europa league della storia sfuggirà.
Il Toro si comporta da Toro, con Immobile ha una propulsione differente, la coppia con Belotti è molto di prospettiva, da ex under 21 a una nuova, potenziale Europa. Il centrocampo regge il passo con l’accreditato reparto emiliano, la retroguardia argina con personalità.
Ecco, un pizzico di personalità manca al Sassuolo per compiere quel cambio di passo definitivo, Berardi è in ombra, Sansone altalenante, Defrel ha perduto il tremendismo di Cesena. Servirebbe un Bacca qualsiasi, un Tevez. Con un campione vero, la formazione del distretto ceramico sarebbe da Champions. Di Francesco lo è da un anno e mezzo. Sul piano spettacolare, convince più di Spalletti e Rudi Garcia. E un giorno, forse, come magari Ancelotti, coronerà il sogno di allenare la Roma. Anzi, se fosse lecito cambiare panchina a metà stagione, magari Pallotta l’avrebbe chiamato. E l’avrebbe meritato. Il patron Squinzi lo blinda e coccola, perchè senza di lui il Sassuolo magari si batterebbe per il quart’ultimo posto. Il Toro non è inferiore ma resta dietro e magari vi rimarrà per l’intera stagione.