La versione originaria dell’addio a Pascutti
E’ morto uno dei più grandi giocatori friulani della storia, Ezio Pascutti, 79 anni. Era di Mortegliano, paese di 5mila abitanti, e crebbe nel Pozzuolo, sempre in provincia di Udine. A 18 anni arrivò al Bologna, segnalato da un negoziante di maglieria al presidente Renato Dall’Ara, che lo pagò 3 milioni e mezzo. Faceva coppia con Perani, erano lanciati da Giacomo Bulgarelli e capitanati dal vicentino Mirco Pavinato. Con Fulvio Bernardini allenatore, vinse lo scudetto del ’64, pur senza giocare lo spareggio con l’Inter. Esordì in A contro il Vicenza, nel ’58, lasciò a 32 anni, con 296 presenze e 130 reti: 142 contando tutte le coppe. Aveva un record singolare, 10 gare di seguito con gol (12), nel ’63-’64, superato da Batistuta nel ‘94. La rete più bella fu nel ’66, in tuffo, rincorso da Burgnich, altro friulano. Disputò 17 partite in nazionale, con 8 reti, e i mondiali sfortunati del ’62 e ’66. “Con Riva – racconta Romano Fogli – era la migliore ala sinistra d’Italia. Gigi era più potente, ma Ezio aveva furbizia: in area gli ho visto far cose mai riuscite a nessuno”. Nel Bologna divenne mito, nella squadra che “giocava come in paradiso”. E là, forse, è stato preceduto da Bulgarelli e Haller, da Furlanis (veneziano di Concordia Sagittaria), Nielsen e Tumburus, friulano, di Aquileia. Il sindaco di Bologna Virginio Merola proclama il lutto cittadino per martedì, giorno dei funerali, in cattedrale, non più a Borgo Panigale.
Vanni Zagnoli